“Un grande momento di Chiesa”
“Una celebrazione che si è distinta da tutte le altre a cui ho partecipato”. Così monsignor Francesco Cavina, di ritorno da Roma lunedì 20 ottobre, racconta la Messa per la Beatificazione di Paolo VI, sottolineando “la presenza enorme, quasi inaspettata, di fedeli, e il clima che si respirava: di grande preghiera, partecipazione, silenzio. Segno che la persona, l’insegnamento, tutta la figura di Paolo VI sono estremamente attuali. La gente – osserva il Vescovo – andando oltre l’immagine di questo Papa, non sempre popolare, ha colto la grandezza e l’importanza del suo magistero, messo in luce dallo stesso Papa Francesco sia nell’omelia che, successivamente, all’Angelus”. Una celebrazione che, secondo monsignor Cavina, “è stata un grande momento di Chiesa; ha reso giustizia a questo grande Papa che ha vissuto il suo pontificato anche in profonda solitudine, sempre preoccupato di manifestare il suo amore a Cristo e l’insegnamento della Chiesa in assoluta fedeltà al Vangelo di Gesù”.
Il Vescovo ha potuto incontrare Benedetto XVI e, insieme a don Luca Baraldi, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, è stato ricevuto da Papa Francesco: “Gli abbiamo donato una copia delle lettere di Odoardo Focherini – racconta monsignor Cavina – e l’abbiamo nuovamente invitato a Carpi per la riapertura della Cattedrale. ‘Quando sarà tutto pronto, mandatemi una lettera’, ha detto il Papa. Occorre dunque che ci rimbocchiamo le maniche, perché i fedeli della Diocesi possano riavere presto la loro chiesa”.
Monsignor Cavina commenta poi il Sinodo appena concluso: “Il grande insegnamento che possiamo trarre da questo evento è che la Chiesa non chiude le porte a nessuno. Non sono state affrontate solo le questioni che la stampa ha presentato come impellenti: il dibattito fra i padri sinodali è stato caratterizzato da franchezza e sincerità, diverse opinioni hanno potuto confrontarsi e sono stati affrontati temi di cui solo fino a ieri sembrava impossibile discutere, preparando il terreno a quello che sarà il Sinodo ordinario del 2015.
In questo senso si vede la grandezza di questo Papa: ‘Abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte – ha comunicato il Santo Padre al termine dell’assise – e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie’.
C’è un altro anno, dunque, per lavorare sulla Relatio Synodi – conclude il Vescovo –; Papa Francesco ha compreso che certi argomenti non erano condivisi da tutti e che occorreva il tempo per approfondirli e affrontarli con calma, nel cammino che conduce la Chiesa al prossimo Sinodo del 2015”.
“Una celebrazione che si è distinta da tutte le altre a cui ho partecipato”. Così monsignor Francesco Cavina, di ritorno da Roma lunedì 20 ottobre, racconta la Messa per la Beatificazione di Paolo VI, sottolineando “la presenza enorme, quasi inaspettata, di fedeli, e il clima che si respirava: di grande preghiera, partecipazione, silenzio. Segno che la persona, l’insegnamento, tutta la figura di Paolo VI sono estremamente attuali. La gente – osserva il Vescovo – andando oltre l’immagine di questo Papa, non sempre popolare, ha colto la grandezza e l’importanza del suo magistero, messo in luce dallo stesso Papa Francesco sia nell’omelia che, successivamente, all’Angelus”. Una celebrazione che, secondo monsignor Cavina, “è stata un grande momento di Chiesa; ha reso giustizia a questo grande Papa che ha vissuto il suo pontificato anche in profonda solitudine, sempre preoccupato di manifestare il suo amore a Cristo e l’insegnamento della Chiesa in assoluta fedeltà al Vangelo di Gesù”.
Il Vescovo ha potuto incontrare Benedetto XVI e, insieme a don Luca Baraldi, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, è stato ricevuto da Papa Francesco: “Gli abbiamo donato una copia delle lettere di Odoardo Focherini – racconta monsignor Cavina – e l’abbiamo nuovamente invitato a Carpi per la riapertura della Cattedrale. ‘Quando sarà tutto pronto, mandatemi una lettera’, ha detto il Papa. Occorre dunque che ci rimbocchiamo le maniche, perché i fedeli della Diocesi possano riavere presto la loro chiesa”.
Monsignor Cavina commenta poi il Sinodo appena concluso: “Il grande insegnamento che possiamo trarre da questo evento è che la Chiesa non chiude le porte a nessuno. Non sono state affrontate solo le questioni che la stampa ha presentato come impellenti: il dibattito fra i padri sinodali è stato caratterizzato da franchezza e sincerità, diverse opinioni hanno potuto confrontarsi e sono stati affrontati temi di cui solo fino a ieri sembrava impossibile discutere, preparando il terreno a quello che sarà il Sinodo ordinario del 2015.
In questo senso si vede la grandezza di questo Papa: ‘Abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte – ha comunicato il Santo Padre al termine dell’assise – e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie’.
C’è un altro anno, dunque, per lavorare sulla Relatio Synodi – conclude il Vescovo –; Papa Francesco ha compreso che certi argomenti non erano condivisi da tutti e che occorreva il tempo per approfondirli e affrontarli con calma, nel cammino che conduce la Chiesa al prossimo Sinodo del 2015”.