Editoriale del n. 37 del 26 ottobre 2014

Nella Chiesa porta sempre aperta alla famiglia
Il Sinodo continua
di Benedetta Bellocchio
E’ stata una grande esperienza nella quale abbiamo vissuto la sinodalità e la collegialità, e abbiamo sentito la forza dello Spirito Santo che guida e rinnova sempre la Chiesa chiamata, senza indugio, a prendersi cura delle ferite che sanguinano e a riaccendere la speranza per tanta gente senza speranza. […]In questo giorno della beatificazione di Papa Paolo VI mi ritornano alla mente le sue parole, con le quali istituiva il Sinodo dei Vescovi: «scrutando attentamente i segni dei tempi, cerchiamo di adattare le vie ed i metodi … alle accresciute necessità dei nostri giorni ed alle mutate condizioni della società» (Lett. ap. Motu proprio Apostolica sollicitudo)”. Così il Papa nella messa a conclusione del Sinodo straordinario che, di fatto, apre ora la strada a un nuovo periodo di consultazione. “Abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie”, aveva detto nel suo discorso conclusivo. Un anno, dunque per lavorare sulla Relatio synodi  che il Papa indica come “riassunto fedele e chiaro di tutto quello che è stato detto e discusso” e che dunque “viene presentato alle Conferenze episcopali come ‘Lineamenta’.
SPECIALE SINODO PAG. 4

Il documento conclusivo del Sinodo con l’esito delle votazioni su ogni punto, il messaggio finale dei Padri sinodali e l’intervento del Papa
Collegialità e trasparenza
Monsignor Cavina: è tempo di discernimento
Nel commentare la conclusione del Sinodo straordinario monsignor Cavina ha affermato: “Il grande insegnamento che possiamo trarre da questo evento è che la Chiesa non chiude le porte a nessuno. Non sono state affrontate solo le questioni che la stampa ha presentato come impellenti: il dibattito fra i padri sinodali è stato caratterizzato da franchezza e sincerità, diverse opinioni hanno potuto confrontarsi e sono stati affrontati temi di cui solo fino a ieri sembrava impossibile discutere, preparando il terreno a quello che sarà il Sinodo ordinario del 2015. In questo senso si vede la grandezza di questo Papa: ‘Abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte – ha comunicato il Santo Padre al termine dell’assise – e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie’. C’è un altro anno, dunque, per lavorare sulla Relatio Synodi – conclude il Vescovo –; Papa Francesco ha compreso che certi argomenti non erano condivisi da tutti e che occorreva il tempo per approfondirli e affrontarli con calma, nel cammino che conduce la Chiesa al prossimo Sinodo del 2015”.

La Relatio Synodi
“Voglio che si pubblichi questa Relatio, e per trasparenza e chiarezza, che si dica quanti sono stati i voti favorevoli o non favorevoli, numero per numero, in modo che non ci siano confusioni o equivoci su questo”. Così a Radio Vaticana padre Federico Lombardi, portavoce della Sala stampa, riporta le parole con cui Papa Francesco ha voluto accompagnare la pubblica diffusione della Relatio Synodi, che più che una conclusione vuole essere un rilancio, documento preparatorio per il Sinodo ordinario del 2015.
Pur riprendendo la struttura ed i contenuti principali della Relazione dopo la discussione, del cardinale Péter Erdõ, spiega Lombardi, è “un testo più ampio e che intende essere più bilanciato, equilibrato e sviluppato”, e infatti raccoglie molti dei 470 emendamenti presentati dai padri sinodali riuniti nei Circoli minori. Approvato in Aula con una votazione, numero per numero, dei 62 paragrafi, a maggioranza qualificata, su tre punti in particolare – relativi alla comunione per i divorziati risposati e all’omosessualità – è stata raggiunta la sola maggioranza assoluta: “abbiamo di ognuno di questi numeri – ha precisato però il portavoce vaticano – una dimensione del consenso, evidentemente, una dimensione che può essere vastissima oppure una dimensione che può essere più limitata, ma c’è e significa che c’è un argomento che va ancora più maturato o approfondito perché evidentemente il consenso dell’Assemblea non era sufficientemente maturo per la formulazione con cui è stato presentato”.
Il Papa ha voluto che tutto fosse pubblico e ha usato parole appassionate. Il Sinodo straordinario sulla famiglia si conclude, ma il cammino sinodale prosegue verso l’Assemblea ordinaria dell’ottobre 2015, che sarà sempre dedicata alla famiglia.
Cercare ogni via
per aiutare le famiglie
“Come Chiesa, siamo spronati a cercare vie per aiutare le famiglie a riscoprire se stesse come Chiese domestiche, luogo privilegiato per vivere in profondità il Vangelo” ha detto nel suo saluto il presidente delegato, cardinale Raymundo Damasceno Assis, osservando che “il Sinodo continua”. “La forma di vita della Chiesa, popolo di Dio peregrino, è proprio sinodale e anche la famiglia cristiana si può dire che è come un sinodo in piccolo. Ma nel nostro peregrinare abbiamo la certezza che Nostro Signore è in mezzo a noi. Questo ci dà forza e anche ci colma di gioia. Ancora c’ è cammino da fare insieme…! Abbiamo la fiducia, anzi la certezza – ha concluso – che troveremo vie giuste per servire le famiglie nel loro vivere insieme e camminare verso Dio”.
Il Messaggio dei Padri
È rivolto “a tutte le famiglie” il Messaggio della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi. “Manifestiamo la nostra ammirazione e gratitudine per la testimonianza quotidiana che offrite a noi e al mondo con la vostra fedeltà, la vostra fede, speranza, e amore”, dicono i Padri. “Il nostro dialogo nei giorni del Sinodo ci ha poi reciprocamente arricchito, aiutandoci a guardare tutta la realtà viva e complessa in cui le famiglie vivono”, fatta di “luci ed ombre, sfide esaltanti, ma talora anche prove drammatiche”. Tra queste, la grande sfida della “fedeltà nell’amore coniugale”, “la fatica della stessa esistenza”, le “difficoltà economiche causate da sistemi perversi”, con la “folla delle famiglie povere”, profughe, perseguitate, colpite da guerre e oppressioni. Il pensiero dei Padri va anche alle “donne che subiscono violenza e vengono sottoposte allo sfruttamento, alla tratta delle persone, ai bambini e ragazzi vittime di abusi persino da parte di coloro che dovevano custodirli e farli crescere nella fiducia e ai membri di tante famiglie umiliate e in difficoltà”, con l’appello a governi e organizzazioni internazionali a “promuovere i diritti della famiglia per il bene comune”.