Nicola Marino, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro, interviene sulle aperture festive delle attività commerciali
In prossimità del 1° novembre, festa di Ognissanti, si è riaperto il dibattito sull’apertura degli esercizi commerciali nei giorni festivi; Nicola Marino, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro, interviene dimostrando soddisfazione perché “diverse catene commerciali che inizialmente avevano scelto di tenere aperto, dopo gli interventi dei sindacati e le prese di posizione di diversi attori sociali hanno cambiato idea”.
Il tema è delicato e merita approfondite riflessioni. Marino sottolinea come le aperture festive “rappresentino un elemento di criticità per il nostro vivere sociale. Lo è soprattutto per i lavoratori, ma anche per i gestori dei piccoli esercizi commerciali, già in difficoltà a causa della crisi. Il disagio lo provano ovviamente i cristiani, ma anche tutti quei cittadini che vedono ridursi il tempo della festa. Tempo di festa – osserva Nicola Marino – significa avere tempo per sé e per gli altri, per il riposo e per la propria famiglia, le amicizie, la comunità”.
E’ bene sottolineare che in Italia, dal 2012, esiste la normativa più liberista d’Europa, che ha eliminato ogni vincolo alla possibilità di apertura. Un eccesso che ha scatenato una reazione infatti lo scorso anno sono state raccolte migliaia di firme affinché il Parlamento riveda questa normativa.
Marino riconosce l’importanza della flessibilità di tempi e orari anche per venire incontro alle famiglie ma, puntualizza, “non va sottovalutata la priorità del riposo festivo su tutte le altre ragioni”. Il profitto non può snaturare il senso della festa.
L’auspicio del direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro è che questa sia l’occasione buona per riaprire un dibattito che dia maggior peso alle decisioni delle istituzioni locali per definire i calendari di aperture commerciali, anche in base alle esigenze delle singole comunità.
Le ragioni delle economia sono importanti e nessuno le rinnega, “ma l’economia – osserva Nicola Marino – ha senso solo se riferita alle persone e alle comunità”.
In prossimità del 1° novembre, festa di Ognissanti, si è riaperto il dibattito sull’apertura degli esercizi commerciali nei giorni festivi; Nicola Marino, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro, interviene dimostrando soddisfazione perché “diverse catene commerciali che inizialmente avevano scelto di tenere aperto, dopo gli interventi dei sindacati e le prese di posizione di diversi attori sociali hanno cambiato idea”.
Il tema è delicato e merita approfondite riflessioni. Marino sottolinea come le aperture festive “rappresentino un elemento di criticità per il nostro vivere sociale. Lo è soprattutto per i lavoratori, ma anche per i gestori dei piccoli esercizi commerciali, già in difficoltà a causa della crisi. Il disagio lo provano ovviamente i cristiani, ma anche tutti quei cittadini che vedono ridursi il tempo della festa. Tempo di festa – osserva Nicola Marino – significa avere tempo per sé e per gli altri, per il riposo e per la propria famiglia, le amicizie, la comunità”.
E’ bene sottolineare che in Italia, dal 2012, esiste la normativa più liberista d’Europa, che ha eliminato ogni vincolo alla possibilità di apertura. Un eccesso che ha scatenato una reazione infatti lo scorso anno sono state raccolte migliaia di firme affinché il Parlamento riveda questa normativa.
Marino riconosce l’importanza della flessibilità di tempi e orari anche per venire incontro alle famiglie ma, puntualizza, “non va sottovalutata la priorità del riposo festivo su tutte le altre ragioni”. Il profitto non può snaturare il senso della festa.
L’auspicio del direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro è che questa sia l’occasione buona per riaprire un dibattito che dia maggior peso alle decisioni delle istituzioni locali per definire i calendari di aperture commerciali, anche in base alle esigenze delle singole comunità.
Le ragioni delle economia sono importanti e nessuno le rinnega, “ma l’economia – osserva Nicola Marino – ha senso solo se riferita alle persone e alle comunità”.