Com. St.106 del 21 novembre 2013 – La genesi dell’opera. Parla l’architetto Fabio Andreatta

Progetto ad ampio raggio


‘L’allora presidente Lorenzo Dellai mi chiese di verificare la fattibilità reale di alcuni progetti che erano stati sottoposti alla Provincia Autonoma di Trento per la ripresa nei luoghi terremotati’. L’architetto Fabio Andreatta della Provincia Autonoma di Trento, che ha progettato la nuova chiesa e gli ambienti parrocchiali, racconta come è nato questo progetto frutto di una generosità esemplare.


‘Ho visitato, fra gli altri, San Felice, Cavezzo e Concordia. Qui ho incontrato don Franco Tonini che mi ha detto della necessità di una nuova chiesa: quella preesistente era completamente crollata e stava utilizzando una tenda per la comunità. Don Franco aveva le idee chiare, non voleva un luogo qualsiasi ove celebrare, ma un edificio ‘che fosse una vera chiesa’. L’idea e soprattutto la sensazione di una comunità viva mi hanno coinvolto e, tornato in Trentino, ho cominciato a pensarci’. Non è stato semplice convincere il Comitato dei Garanti che gestisce i fondi di solidarietà raccolti in Provincia ad investire in una chiesa che sembra un’opera non prettamente sociale: ma il presidente Dellai, a sua volta contattato dal Vescovo monsignor Francesco Cavina, ha sostenuto l’idea.


‘Chiesi allora a don Franco – prosegue Andreatta – d’impegnarsi in un’opera più vasta che prevedesse, oltre alla chiesa, un centro comunitario con gli ambienti parrocchiali, il campo sportivo, l’arena per gli spettacoli, così che il progetto avesse anche un valore sociale e fosse accettato dal Comitato.


Quando mi è stato detto di progettare la nuova chiesa di Concordia, ero reduce da un viaggio nei Carpazi, dove ci sono tante chiese in legno, tutte con una guglia o una cupola centrale. Da qui la prima idea. Là le chiese sono di legno perché il governo ungherese d’allora obbligava gli ortodossi a costruire chiese provvisorie. C’era bisogno di una chiesa provvisoria’ e dunque è di legno, anche se là quegli edifici durano da secoli superando la provvisorietà che tutti attribuiscono al legno. Assicuro comunque che anche la chiesa di Concordia durerà a lungo, oltre il tempo della ricostruzione della chiesa madre’.