“Ho pensato molto prima di decidere di scrivere queste righe. Una parte di me diceva di intervenire perché non si può tacere davanti a una simile realtà, un’altra parte osservava che il signor Primo Zanoli non abitava nel territorio della Diocesi di Carpi e che l’ospedale in cui è accaduto il fatto è fuori Diocesi, anche se è il punto sanitario di riferimento per tutta la provincia di Modena. E che ci sono tanti sanitari competenti e umani che ogni giorno salvano molte vite.
Poi stamattina ho pensato alla signora Francesca Cappi che oggi compie 100 anni presso la struttura protetta Cisa di Mirandola, ho provato ancora una volta gioia e gratitudine per quel dono meraviglioso che è la vita e, in un attimo, ho deciso di voler dire alcune parole sulla vicenda che ha coinvolto la famiglia Zanoli.
Il 30 dicembre 2011 il signor Primo, 64 anni, è ‘sparito’ dall’ospedale di Baggiovara dove era ricoverato. E’ stato ritrovato solo la settimana scorsa grazie all’impegno di un’agenzia di investigazioni, all’opera da appena qualche giorno.
Un corpo mummificato in un cavedio della struttura. E intorno un silenzio inquietante. Una società assuefatta a tutto, ecco quello che stiamo diventando, eppure non può essere che, a quasi tre anni da una scomparsa del genere, non si reagisca. Quanto accaduto non può essere una fatalità, delle responsabilità ci sono e vanno cercate. I malati sono persone con intatta la loro dignità, solo più fragili, proprio come gli anziani.
Il signor Primo era ricoverato, se non per essere guarito, certamente per essere curato. Ma quello che più mi ha ferito è stato il silenzio assordante dopo il ritrovamento.
Tacere è peccato, di questo sono profondamente convinto, l’omissione non è ammissibile esattamente come non lo è il giudizio. Serve misericordia, sempre e comunque, ma questo non ci esime dal pretendere che emerga la verità. E, con essa, i responsabili. E che chiedano scusa.
Non si può accettare che una persona muoia così, e non si può fingere che nulla sia accaduto.
A tutti rivolgo l’invito di non vivere solo per se stessi o i propri cari ma di farsi carico della comunità.
Ai famigliari del signor Primo Zanoli il mio abbraccio, nella certezza che il loro congiunto, oggi, è al riparo dalle inefficienze e dalla mediocrità umana. Che il Signore illumini il nostro cuore e il nostro vivere”.
+ Francesco Cavina
Vescovo
Poi stamattina ho pensato alla signora Francesca Cappi che oggi compie 100 anni presso la struttura protetta Cisa di Mirandola, ho provato ancora una volta gioia e gratitudine per quel dono meraviglioso che è la vita e, in un attimo, ho deciso di voler dire alcune parole sulla vicenda che ha coinvolto la famiglia Zanoli.
Il 30 dicembre 2011 il signor Primo, 64 anni, è ‘sparito’ dall’ospedale di Baggiovara dove era ricoverato. E’ stato ritrovato solo la settimana scorsa grazie all’impegno di un’agenzia di investigazioni, all’opera da appena qualche giorno.
Un corpo mummificato in un cavedio della struttura. E intorno un silenzio inquietante. Una società assuefatta a tutto, ecco quello che stiamo diventando, eppure non può essere che, a quasi tre anni da una scomparsa del genere, non si reagisca. Quanto accaduto non può essere una fatalità, delle responsabilità ci sono e vanno cercate. I malati sono persone con intatta la loro dignità, solo più fragili, proprio come gli anziani.
Il signor Primo era ricoverato, se non per essere guarito, certamente per essere curato. Ma quello che più mi ha ferito è stato il silenzio assordante dopo il ritrovamento.
Tacere è peccato, di questo sono profondamente convinto, l’omissione non è ammissibile esattamente come non lo è il giudizio. Serve misericordia, sempre e comunque, ma questo non ci esime dal pretendere che emerga la verità. E, con essa, i responsabili. E che chiedano scusa.
Non si può accettare che una persona muoia così, e non si può fingere che nulla sia accaduto.
A tutti rivolgo l’invito di non vivere solo per se stessi o i propri cari ma di farsi carico della comunità.
Ai famigliari del signor Primo Zanoli il mio abbraccio, nella certezza che il loro congiunto, oggi, è al riparo dalle inefficienze e dalla mediocrità umana. Che il Signore illumini il nostro cuore e il nostro vivere”.
+ Francesco Cavina
Vescovo