Com. St. 37 del 12 marzo 2013 – LiberalaDomenica

Diocesi di Carpi                 


comunicato n° 37


 Carpi, 12 marzo 2013


                   


Comunicato stampa


 


Domenica 17 marzo all’uscita delle messe mattutine, raccolta firme presso le chiese di Quartirolo e San Marino. L’iniziativa di Confesercenti ha il sostegno della Cei


LiberalaDomenica


 


A febbraio Confesercenti, in collaborazione con la Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, ha deciso, con una raccolta firme, di dare nuovo slancio alla proposta di legge di iniziativa popolare che riporti nell’ambito dei poteri delle Regioni le decisioni sulle aperture domenicali.


La campagna LiberalaDomenica sta riscontrando un alto gradimento, ma va supportata se si vogliono modificare le decisioni prese.


A Carpi l’Ufficio per la Pastorale sociale del lavoro diretto da Nicola Marino e Confesercenti guidata da Massimiliano Siligardi, seguendo le indicazioni nazionali che prevedono di dedicare domenica 17 marzo, quella che precede la domenica delle Palme, a una raccolta firme speciale, si sono attivati con dei gruppi di volontari per realizzarla all’uscita delle messe della mattinata presso le chiese di Quartirolo e di San Marino.


‘Finora, in sordina, in nemmeno un mese abbiamo già raccolto 500 firme ‘ afferma Nicola Marino ‘. Abbiamo visto che la gente aderisce volentieri, l’impressione ricevuta è che sia un tema molto sentito. Per noi è una battaglia importante ‘ sottolinea ‘, ma non assumiamo atteggiamenti da crociata, consapevoli come siamo che la possibilità di fare la spesa e fare compere la domenica è apprezzata da tutti perché, va riconosciuto, è un’opportunità. Ma non può esserlo se le domeniche, invece di essere 10/15, diventano tutte le domeniche dell’anno. Noi riteniamo che la domenica debba conservare la sua dimensione spirituale, ma al di là del valore religioso c’è un valore culturale, sociale, collettivo che va ricordato e affermato con assoluta chiarezza. E’ provato anche scientificamente che il riposo in un giorno qualunque rispetto alla domenica ha effetti diversi sull’individuo. Per questo, per la sua importanza ‘umana’ e naturalmente perché, per noi cattolici, la domenica è il giorno dedicato al Signore oltre che alla famiglia, agli affetti, alle relazioni, promuoviamo questo momento di mobilitazione’.


‘Mobilitazione ‘ prosegue Massimiliano Siligardi ‘ che sarà utile per riaffermare la validità dell’iniziativa e ci aiuterà a consolidare quanto finora raggiunto, anche solo a livello di sensibilizzazione al problema. Le liberalizzazioni delle aperture contenute nel decreto Salva Italia non hanno dato nessuno dei risultati sperati ‘ precisa Siligardi ‘: il ‘sempre aperto’ non ha mutato la situazione di consumi e occupazione, letteralmente fermi al palo. A crescere sono stati solo i costi di gestione e l’impegno di piccoli e medi imprenditori e lavoratori. Senza una legge in grado di regolamentare la situazione createsi, nei prossimi cinque anni è prevista la chiusura sul suolo nazionale di circa 80 mila negozi (con la conseguente scomparsa di circa 240 mila posti di lavoro) col risultato che le nostre città saranno sempre più vuote e meno sicure’.


Oltre 100 mila le imprese, secondo le stime di Confesercenti, che in Italia hanno abbassato la serranda per sempre dal 2008. E nessuna inversione di tendenza si è registrata dalla liberalizzazione di orari e aperture domenicali. ‘Normativa ‘ ricorda Massimiliano Siligardi ‘, presente solo nel nostro Paese tra i principali dell’Unione Europea ‘, infatti in Germania e in Francia le domeniche di apertura nell’anno sono 10 mentre in Olanda e in Spagna si arriva ad un massimo di 12 ‘. Al momento non ha fatto registrare alcun incremento di consumi, occupazione e miglioramento del servizio. Anzi rischia di tradursi in un peggioramento del servizio medesimo, in particolare quello di vicinato, maggiori difficoltà per gli anziani, con ripercussioni negative anche sulla sicurezza. In altre parole un regalo alla Grande Distribuzione, con trasferimento di quote di mercato dai negozi piccoli e medi ai grandi. Con la scusa di assicurare maggiore concorrenza, il Governo si è appropriato di competenze regionali, negando nei fatti ogni garanzia di concorrenza’.


Deve far riflettere che realtà così diverse come Confesercenti e Cei si siano messe insieme per portare avanti questa battaglia che riconferma, conclude Nicola Marino, ‘il valore antropologico e sociale del riposo domenicale’.