Com. St. 42 del 28 agosto 2017 – Peregrinatio Mariae nella Diocesi di Carpi

Monsignor Francesco Cavina, Vescovo di Carpi
 
 
 
Il Santo Padre Francesco – come i suoi immediati predecessori, il beato Paolo VI, san Giovanni Paolo II, il papa emerito Benedetto XVI – si è recato, nello scorso mese di maggio, pellegrino al Santuario di Fatima dove ha canonizzato i piccoli veggenti Giacinta e Francesco Marto. Inoltre, appena eletto ha chiesto espressamente al Patriarca di Lisbona di consacrare alla Madonna di Fatima il suo nuovo ministero petrino ed il gesto solenne fu compiuto alla Cova da Iria il 13 maggio 2013.
        Un gruppo di fedeli laici della diocesi spronati dall’esempio dei Pontefici e, considerato che nel corrente anno si celebra il centenario delle Apparizioni della Vergine ai tre pastorelli del villaggio di Fatima, in Portogallo, ha sollecitato che si celebrasse una “Peregrinatio” Mariana in diocesi. Io, non solo sono stato ben felice della proposta, ma con convinzione e gioia l’ho appoggiata e sostenuta. 
        Ci aiuta a scoprire il significato vero e profondo della presenza della Madonna in mezzo a noi Papa Francesco il quale, durante l’Angelus del 15 agosto, solennità dell’Assunzione di Maria al cielo, commentando il vangelo del giorno ha affermato che la Vergine si mette in viaggio per stare vicino alla cugina Elisabetta e “quando arriva Maria, la gioia trabocca e prorompe dai cuori…la presenza invisibile, ma reale di Gesù riempie tutto di senso: la vita, la famiglia, la salvezza del popolo…Tutto”. La gioia, dunque, è il frutto della presenza del Figlio di Dio, che Maria porta nel grembo.
        Ebbene, anche per noi la Madonna si è messa in viaggio e ha raggiunto la nostra Diocesi. Si è messa in cammino per portare a noi, alle nostre famiglie, alle nostre comunità, alla società civile il dono immenso e assolutamente necessario di Cristo per dare alla vita un nuovo orizzonte e una direzione decisiva verso il vero bene.
       
 
Portando Gesù, la Vergine porta anche a noi, come è accaduto nella casa di Elisabetta, una gioia nuova, una nuova capacità di attraversare con fede i momenti più dolorosi e difficili; crea un clima di comunione, ma anche di fede che porta alla speranza, alla preghiera e alla lode. Ci porta la capacità di misericordia, per perdonarci, comprenderci, sostenerci gli uni gli altri.
        Proprio per questi motivi noi vogliamo accoglierla con gratitudine perché abbiamo bisogno della sua intercessione presso Cristo, Suo Figlio divino. Alla Madonna abbiamo due richieste in particolare da rivolgere. Una per la nostra Chiesa locale e una per la nostra società.
        Per la nostra Chiesa locale vogliamo chiedere a Maria che essa sia viva, vera, unita. Che sia una Chiesa santa.
        Per la società vogliamo chiedere il dono della concordia e della pace. Il mondo, infatti, non è tranquillo, non è felice. Tutti auspicano una società più fraterna e più unita, ed invece in seno all’umanità ogni giorno scoppiano tremendi e continui conflitti che alimentano inquietudini e fanno nascere un interrogativo angosciante: “Il mondo non è capace di darsi la pace?”.
        Noi, senza perdere la fiducia nell’impegno degli uomini di buona volontà, per meritare la salvezza di questo nostro mondo ricorriamo a Colei che ha mostrato il suo volto materno, dolce e luminoso ai tre pastorelli e ha raccomandato come rimedio la preghiera e la penitenza. Questa è la ragione della presenza della Vergine Maria tra noi.
 
+ Francesco Cavina