Commento al Vangelo della terza domenica di avvento


Al servizio della Parola


Già nei primi versetti del Vangelo di questa domenica ci viene detto chi è Giovanni Battista: un uomo inviato da Dio al suo popolo, Israele, per annunciare che la salvezza si è fatta vicina.


Giovanni è il profeta, colui che riceve una missione dal Signore e, nonostante la grandezza del compito affidatogli, sa restare umile, al suo posto, quale semplice voce che grida la verità nel deserto, luogo paradossale di incontro con il Signore.


Dio non si stanca mai di cercare il proprio popolo e di parlare al suo orecchio, per invitarlo a prepararsi ad accogliere la liberazione.


A chi lo interroga sulla sua identità, Giovanni risponde così come vive, con sincerità, affermando di non essere Elia, né il Cristo, né il profeta atteso. Veramente si sente a servizio di una Parola, di cui lui è voce, strumento, una Parola che lo trascende, una Parola che brilla nelle tenebre e si fa luce per rischiarare la storia e legarla per sempre con l’eternità, con Dio. La Parola fatta carne è Gesù che con il suo Spirito opera la salvezza attesa, quale compimento della promessa di Isaia.


Dio è già in mezzo a noi, ma, a volte, anche noi possiamo sentirci come gli interlocutori di Giovanni, che non riescono a riconoscerlo, a causa del loro cuore incapace di lasciarsi stupire dalle manifestazioni umili e ‘umane’ di Dio, o perché troppo sicuri nei loro pregiudizi.


Questa consapevolezza ci apre all’umiltà e all’ascolto di chi anche oggi ci testimonia e ci indica la luce di Cristo. Se ci lasciamo conquistare dalla bellezza di questa Luce, essa ci renderà a nostra volta testimoni per gli altri.


Questa domenica, chiamata ‘gaudete’, ci parla di gioia, quella gioia che nasce dalla certezza che Dio in Gesù è oggi in mezzo a noi. Gesù è davvero l’Emmanuele, il Dio-con-noi.


 


                                                                                                             Le Sorelle Clarisse


 


Dopo la prima incerta luce del Precursore,


viene la Luce stessa, che è tutto fulgore.


Dopo la voce, viene la Parola,


dopo l’amico dello Sposo,


viene lo Sposo stesso.


(San Gregorio Nazianzeno)