Benedetta Bellocchio
Il 20 e 24 settembre i catechisti e gli educatori che si occupano dell’iniziazione cristiana nelle parrocchie e nelle aggregazioni laicali si sono incontrati per il corso di formazione diocesano di inizio anno.
Essere ‘costruttori di comunione’, come recitava il titolo del percorso proposto, è una delle tante competenze richieste nel recente documento dell’Ufficio catechistico nazionale su ‘La formazione dei catechisti nella comunità cristiana’. Per diventarlo, occorre uno sguardo di fede che parte da una conversione personale, ha spiegato nel primo incontro don Roberto Vecchi, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, commentando uno dei brani dell’invio missionario dei discepoli (Lc 10,1-24).
Quale preghiera
Come tutti sperimentano, pochi sono gli operai. Non per caso o per sfortuna però, ma per volontà di Dio: questa consapevolezza deve spingere il cristiano a mettersi in preghiera, affinché Egli mandi operai per la sua messe: ‘uno che agisce sulla fede degli altri ‘ ha sottolineato don Vecchi ‘ e li inizia cristianamente, deve avere questa preghiera nel cuore, non altre’. Poi deve andare, con serenità e leggerezza – fondamentali in una società sempre più ‘liquida’ – in mezzo a persone che talvolta sembrano non appassionarsi.
Quale cultura
La sapienza dei catechisti è, di fronte alla cultura di oggi in cui niente pare abbastanza solido per costruirci sopra e la comunità non esiste o non serve a far crescere l’uomo, la capacità di illuminare il Vangelo con la vita e la vita con il Vangelo.
‘Siamo in questa cultura, viviamo qui la nostra fede’, ha spiegato il sacerdote dopo un’attenta analisi dell’oggi. ‘Convertitevi credendo al Vangelo’ è l’invito che risuona e ‘quando chiediamo al Signore cosa fare, questa è la risposta’. Gesù invita insomma a non passare da una cultura all’altra, ma a collegare la propria vita a un baricentro nuovo, Egli stesso rivelato nel Vangelo. ‘Se dov’è il nostro tesoro, c’è il nostro cuore, la nostra vita oggi a cosa è collegata?’ è stata la domanda risuonata nel primo incontro.
Quale stile
Dalla risposta vengono le trasformazioni dello stile concreto, quello che fa appassionare gli altri. Orientarsi dietro a Gesù, avere un progetto personale, una gerarchia ‘ e non una lista ‘ di ciò che ha valore, sono le necessarie attenzioni su di sé. I percorsi: l’autoformazione, cioè quello sforzo educativo e di discernimento personale fatto sulla propria vita; la disciplina, ‘un rigore che sappia farci perseverare anche quando ci si rimette’. E infine, non fare da soli, ma con il conforto e sostegno della comunità cristiana. ‘Solo la Chiesa ‘ ha chiarito don Roberto ‘ ci insegna ad essere oggettivi, ad amare, a stare coi poveri”. Qualche strumento: amicizia spirituale, direzione spirituale, esercizi spirituali, in un gioco di rimandi in cui l’aggettivo è importante.
Radicati sulla Parola
L’invito finale, per costruire questa spiritualità personale, è sfruttare le importanti proposte diocesane di questo tempo a partire dalla Giornata della Parola di Dio, inizio ufficiale dell’anno catechistico che si radica sulla Scrittura. Domenica 30 settembre alle 16 nella chiesa di Sant’Ignazio sarà celebrata – alla presenza di monsignor Elio Tinti, monsignor Douglas Regattieri e don Roberto Vecchi – la preghiera del Vespro. Essa sarà sostenuta, nelle parti bibliche, attraverso l’introduzione del Vescovo, il commento ai salmi di monsignor Regattieri e la lectio divina di don Vecchi. ‘È una celebrazione cui monsignor Tinti tiene tantissimo ‘ ha spiegato quest’ultimo ‘. Essa è rivolta ai catechisti ed educatori che amano la Scrittura e vogliono annunciarla, e a tutti coloro che desiderano godere di più del Vangelo della Messa domenicale’.
A seguire, infatti, lunedì 8 ottobre, con l’intervento del biblista gesuita Stefano Bittasi si aprirà la Settimana biblica diocesana. Il percorso dei tre incontri è volto a costruire un sostegno solido intorno al Vangelo dell’anno ‘ sarà Matteo a partire dalla I domenica di Avvento ‘, attraverso un inquadramento generale dal punto di vista biblico e teologico, ma anche lo sviluppo di tematiche specifiche, come le origini e l’infanzia di Gesù e le parabole, che saranno oggetto degli ultimi due appuntamenti.