COMUNICATO STAMPA
Sabato 10 e domenica 11 ottobre a Carpi la due giorni di studio sull’attualità del Beato Odoardo Focherini. Il confronto nei laboratori tematici e l’appuntamento per i giovani.
- Laboratorio “Pace e inclusione”
Fra i diversi avvenimenti vissuti nel tempo acuto della pandemia, uno di quelli che forse ha maggiormente toccato l’immaginario di non poche persone della nostra Diocesi, è stata la preghiera inter-confessionale fatta prima in piazza a Carpi e poi all’ospedale di Mirandola. “Tali momenti – afferma don Luca Baraldi – hanno portato ad evidenza un dato sul quale, spesso, si sorvola: la molteplicità delle fedi, delle espressioni religiose e di pensiero presente nei nostri territori è una risorsa importante per la costruzione di una città più umana, solidale, per la ricerca e la realizzazione di quel bene comune che tutti desideriamo. In particolare, vedere raccolti nel pubblico spazio, rappresentanti di diverse religioni, ha fatto affiorare alcuni interrogativi che, oggi più che mai, appaiono ineludibili per ogni organizzazione di fede: qual è il ruolo delle religioni nella società plurale? È possibile collaborare per un futuro condiviso e fraterno? In che modo avviare cammini di maggiore conoscenza, condivisione, stima e collaborazione? Per tutte queste domande si tenterà di cercare qualche risposta nel convegno e nel laboratorio che si terrà presso la parrocchia di San Giuseppe a Carpi, sabato 10 ottobre, alle 15.30, dove, partendo dall’esperienza vissuta insieme nel lockdown, si cominceranno a produrre piccoli passi verso una società più solidale”.
- Laboratorio “Dignità, fragilità, e distanziamenti: nuovo stile nelle relazioni”
“Nella seconda guerra mondiale Odoardo Focherini, pur rimanendo ancorato all’amore verso la moglie e la famiglia, non esitò a costruire giorno dopo giorno nuove strategie nascoste per aiutare e salvare uomini, donne e intere famiglie che avevano perso casa, lavoro, affetti e rischiavano addirittura la vita. Ed oggi, – si chiede Irene Ciambezi – di fronte alla pandemia, minaccia imprevista alla salute e alla serenità familiare che riguarda tutti, senza distinzioni, quali difficoltà siamo chiamati ad affrontare ogni giorno? Quali strategie abbiamo messo in campo durante e dopo il lockdown per non svilire la qualità delle relazioni e superare le tante fragilità emerse nelle famiglie della nostra diocesi?”. Nel corso del Convegno “Il tempo di Focherini e la società post pandemia: capaci di diventare popolo solidale”, il laboratorio che si terrà sabato 10 ottobre, alle 15, presso il Palafeste Cherubino Comini in via Dorando Petri 13 a Mirandola, vuole dare spunti ed essere occasione di scambio proprio su questi interrogativi. Un video con le esperienze vissute da alcune realtà diocesane che hanno particolare attenzione verso le famiglie e i nuclei madre-bambino (Consultorio familiare diocesano, Agape di Mamma Nina, Centro aiuto alla vita, Venite alla festa, Comunità Papa Giovanni XXIII) darà il la all’incontro corredato anche da testimonianze di medici e insegnanti in prima linea in questa pandemia. All’appuntamento, che intende coinvolgere in modo particolare le famiglie della Diocesi, sono stati invitati anche Assessori e Sindaci del territorio per cercare insieme un nuovo stile nelle relazioni che non lasci indietro nessuno, specialmente i più fragili e cercare idee e strategie per migliorare la prossimità e la solidarietà nei quartieri e nelle frazioni, superando la paura, i lutti e il senso d’impotenza che caratterizza questo momento della storia mondiale”.
- Laboratorio Giovani “Il coraggio della speranza”
Il momento del convegno rivolto ai giovani ha come titolo: Il coraggio della speranza: quali giovani per quale futuro? Si svolgerà presso la Parrocchia di Quartirolo domenica 11 ottobre dalle ore 17. Introdurrà i lavori il Prof. Luca Diotallevi, sociologo e docente all’Università Roma Tre, e si proseguirà in serata con la cena presso la Parrocchia di Santa Croce (ore 20). Negli ultimi mesi hanno partecipato ai lavori del gruppo – coordinati da Matteo Casalgrandi – don Antonio Dotti, don Riccardo Paltrinieri, don Severin Ngueliassi Kouadjo, l’Assessore alle politiche giovanili del Comune di Carpi, Davide Dalle Ave, Samuele di Iorio per l’Agesci Zona di Carpi e Davide Dotti per l’Azione Cattolica diocesana. “Dopo i mesi del lockdown – sostiene Matteo Casalgrandi – si è percepito quanto, ancora una volta, il mondo giovanile sia duramente colpito da uno scenario complicato in cui tanti, a causa dei divari sociali, economici, relazionali, rischiano di essere lasciati indietro. Sono state invitate a partecipare a questo importante momento di incontro e confronto – per certi versi inedito – numerosi movimenti, associazioni e gruppi appartenenti al mondo ecclesiale ma non solo: anche realtà territoriali con cui si vuole creare un percorso di dialogo”.
- Laboratorio Pandemia
La pandemia, che ancora stiamo vivendo anche se da noi in modo per ora molto più controllato rispetto ad altri Paesi, ha letteralmente svelato, non solo causato, molte cose negative che erano e sono ben presenti nella quotidianità (fragilità, povertà, malattia, carenze sanitarie, stili di vita disumani, ingiusti, insostenibili, l’ambiente ferito e devastato per mano dell’uomo anche nelle sue dinamiche essenziali …), ma anche positive (solidarietà, accoglienza, cura dei più fragili, il servizio agli ultimi ed emarginati, il desiderio di pace, di futuro, di arte, di cultura, l’impegno per un’ecologia veramente integrale …). Il Vescovo Castellucci, nel recente incontro di presentazione del suo messaggio pastorale per quest’anno 2020-2021, su questo punto ha proposto un’immagine bella ed efficace: “poiché il male di solito si impone mentre il bene sempre si propone, il bene spesso rimane nascosto. Dentro di me spesso paragono il male alle fronde di un albero quando c’è il vento e il bene alle radici, perché tanto bene spesso rimane nascosto e viene svelato solo in alcune circostanze”.
Nel laboratorio del titolo “Pandemia”, in programma per sabato 10 ottobre, alle 15.30, presso il Museo diocesano a Carpi (corso Fanti 44), “ci sarà modo di ascoltare alcune testimonianze, in particolare da parte di un operatore sanitario – afferma il coordinatore Simone Ghelfi – ma anche di raccogliere e condividere le esperienze di chi si è messo a servizio dei più fragili e di chi ha avuto cura dei legami e delle relazioni comunitarie. Le domande però che guideranno il confronto, che ambisce ad essere anche molto concreto e rivolto al futuro, saranno essenzialmente queste: cosa lascia in eredità questo periodo alla città e alla chiesa? Cosa ha svelato, nel bene e nel male, e quali le principali sfide che si aprono nel presente e per il futuro? Quali ferite restano, quali paure, ma anche quali novità, quali speranze, quali possibili progetti?”.
- Un tempo per la preghiera
Nella due giorni dedicata al Beato Focherini, pensata per cogliere dalla vita del martire gli insegnamenti per l’oggi, ci sarà anche un tempo per la preghiera e la riflessione, spazio dell’incontro con Dio dove si matura la scelta di servirlo nei poveri e negli esclusi. Così è stato per il giovane Odoardo, poi sposo e padre: quell’impeto straordinario a donare e a donarsi è frutto di una solida spiritualità costruita con la preghiera e l’eucaristia. Sabato 11, alle 17.30, viene proposto un momento di preghiera e meditazione musicale nel luogo della città che più evoca il suo sacrificio, il Cortile delle Steli, annesso al Museo Monumento al Deportato. Con quei nomi dei campi di concentramento incisi nel cemento, quelle steli stanno lì a ricordarci un tempo buio che ha connotato la recente storia del XX secolo. I semi di bene che anche in quel contesto di morte uomini e donne come Odoardo Focherini hanno saputo piantare e le testimonianze eroiche che è stato possibile tramandare, sono la dimostrazione che solo l’amore vince la morte e apre ad un futuro di pace e di libertà.