Carissimi, la tragedia del terremoto che ha coinvolto il centro Italia e, in modo particolare, quanto accaduto a Norcia, luogo natale di San Benedetto, e a Cascia, luogo della vita religiosa di Santa Rita, ci ha fatto sussultare pensando al nostro dramma di quattro anni fa. La solidarietà che ci riempì di consolazione allora, ci richiama al dovere di esprimere oggi la nostra solidarietà verso quella gente. La sorgente della consolazione di ogni dramma umano rimane il Cristo Morto e risorto per noi. Il Risorto è sempre presente nella sua Chiesa. Anche e soprattutto nella Chiesa di Spoleto e Norcia recentemente colpita dagli eventi sismici. Il dramma della terra che trema ha privato i cristiani di tante cose. Non solo delle case, ma anche delle chiese, di monasteri secolari. Nel racconto della “cena in Emmaus”, si narra che quando ormai erano vicini al loro villaggio, i due discepoli pregarono il loro compagno sconosciuto di rimanere: “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è oramai al tramonto”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu poi a tavola con loro, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono gli occhi e lo riconobbero”. (Lc 24,29-31). Quella mensa di Emmaus, attorno alla quale si ritrovarono Gesù e i suoi discepoli, ci richiama ad un’altra mensa: quella dell’altare di tante chiese distrutte. Attorno a quel che rimane di quelle mense, nel giorno del Signore, si ritrova la comunità cristiana. A quella mensa siamo tutti invitati, anche noi che siamo lontani fisicamente dai fratelli del Centro Italia, per condividere. Faccio appello, a ciascuno di Voi, alle nostre comunità parrocchiali, ai gruppi e alle associazioni affinché chi può possa donare con generosità. Ho ricevuto l’appello dalla Badessa del monastero agostiniano di Cascia, madre Maria Natalina Todeschini, per la donazione di un contributo, a seguito degli ingenti danni al monastero dove visse Santa Rita a Cascia, al quale chiedo di aderire. Solo gli occhi degli umili, dei semplici, dei miti, dei puri di cuore, degli operatori di pace, dei crocifissi dalle prove della vita sono occhi pieni di luce e sono pronti a riconoscere Dio che ci viene accanto, per camminare insieme a noi. Il Signore doni, a ciascuno di voi, la gioia della Pasqua, e in modo sovrabbondante a quelle comunità cristiane e alla comunità monastica di Cascia, alla quale esprimiamo in semplicità la nostra vicinanza. Vescovo Francesco