Don Gianpio nel ricordo dei vescovi che lo hanno conosciuto, Cavina, Tinti e Regattieri

Gennaio 2006, don Gian Pio nel corso della celebrazione del 60º anniversario della morte di don Venturelli, con il trasferimento dell’urna dalla chiesa madre alla chiesa nuova di Fossoli

Quanto impegno per la gente!

Monsignor Francesco Cavina, vescovo emerito di Carpi

Mi unisco al dolore, sostenuto dalla preghiera e dalla speranza cristiana, della comunità diocesana di Carpi per la morte di don Gian Pio. Conservo di questo sacerdote un vivo e grato ricordo dovuto all’apprezza- mento che tanti mi hanno manifestato, nei miei anni di episcopato a Carpi, per il suo instancabile impegno a soccorrere le popolazioni terremotate del Friuli – dalle quali è ancora ricordato in benedizione – e per il servizio generoso prestato all’Unitalsi.

Era una persona schietta, dotato di un’intelligenza profonda con il senso dell’umorismo. E’ stato un sacerdote fiero della sua vocazione, zelante nel ministero, innamorato dell’Eucarestia, vicino alla gente. Sapeva unire, come lui diceva, al profumo dell’incenso il gusto di una buona sigaretta.

Il Signore l’ha chiamato a sé nella festa natalizia della Santa Famiglia, e certamente da essa è stato introdotto alla Liturgia del cielo, sapendo di potere godere al suo interno della particolare benevolenza della Vergine Maria, da lui teneramente amata.

Caro don Gian Pio ora “Tu es sacerdos in aeternum”.

+ Francesco Cavina


Monsignor Elio Tinti, vescovo emerito di Carpi

Venuto a conoscenza del passaggio di don Gian Pio Caleffi da questa vita terrena all’incontro pieno e definitivo con il Signore, anche se impossibilitato a partecipare in presenza, in questo momento esequiale sono accanto a tutti voi con la preghiera e il calore dell’amicizia. Chiedo al Signore che don Gian Pio sia particolarmente partecipe dell’amore del Signore nella gioia

del cielo come lo è stato durante il suo ministero terreno. Tra le molte cose del suo ministero sacerdotale, oggi noi ricordiamo con ammirazione il suo impegno per il terremoto del Friuli, per il quale si è speso per decenni. Gli amici friulani hanno onorato questa sua dedizione con il riconoscimento di una cittadinanza, acquisita con la gratuità del servizio e dell’attenzione ai bisogni della gente. Adesso dopo la nostra esperienza dei lunghi anni del post sisma, comprendiamo ancora meglio la sua santa ostinazione su questa solidarietà.

Ringraziamo tanto il Signore per quanto ha fatto mediante l’opera di don Gian Pio, suo servo veramente fedele.

+ Elio Tinti


Monsignor Douglas Regattieri, vescovo di Cesena-Sarsina

Partecipo al lutto che ha colpito il presbiterio e la Diocesi di Carpi per la morte di don Gian Pio Caleffi. Lo ricordo come sacerdote fedele e zelante nelle diverse responsabilità che ha ricoperto: San Marino, Rovereto, Fossoli e poi come rettore della Chiesa del Crocifisso, assistente dell’Unitalsi e ancor prima come Direttore Caritas. Ricordiamo tutti la passione con la quale si era speso per organizzare e poi tenere vivo nel tempo il gemellaggio con Pignano (del Friuli) in occasione del terremoto che colpì quella regione. Impossibilitato a partecipare ai funerali, mi unisco alla preghiera di suffragio del vescovo Erio, del presbiterio e della comunità diocesana tutta.

+ Douglas Regattieri