L’ingresso di don Mauro Pancera e don Jiju Kochukariyil in San Bernardino Realino
Nel giorno in cui la chiesa festeggia gli Arcangeli, 29 settembre, don Mauro Pancera ha iniziato il suo ministero pastorale come parroco della parrocchia si San Bernardino Realino a Carpi. Per don Mauro si tratta della prima volta da parroco, in quanto ha 39 anni, ordinato nel 2017, in questi quattro anni ha prestato servizio nella parrocchia di Mirandola, impegnato tra i giovani e come cappellano dell’ospedale. Il vescovo Erio ha presieduto il rito della presa di possesso della parrocchia da parte del nuovo parroco ed ha colto l’occasione per ringraziarlo per aver risposto con slancio alla chiamata seppur con una ben comprensibile trepidazione. Insieme a don Pancera si è presentato alla comunità anche il sacerdote che collaborerà nella conduzione della parrocchia, don Jiju Kochukariyil, di origini indiane, da cinque anni in Italia, proveniente dalla parrocchia di San Giuseppe Artigiano.
Cercatori di Dio e messaggeri di salvezza
Nell’omelia don Mauro ha tratto dal vangelo e dalla liturgia del giorno alcuni spunti utili a condividere le attese e i timori di un nuovo inizio. Prima di tutto la certezza di essere sempre preceduti dall’amore di Dio, “un prima che”, fondamentale, accompagna tutte le scelte importanti della vita personale e comunitaria. “Prima che…mi chiedessero di venire qui il Signore vi aveva già visto, già cammina con voi”. Rivolgendosi poi ai nuovi compagni di viaggio don Mauro ha ricordato “vengo a fare un pezzo di strada con voi, inserendomi dentro una storia che si è costruita con il Signore nel tempo. Quanto durerà non lo so ma sono convinto che non sia la quantità ma la qualità del tempo trascorso insieme che conta. Non ci affanniamo sul quanto…”. Piuttosto “quando le nostre fragilità si faranno evidenti si apre il tempio della misericordia e del perdono”. Infine l’invocazione all’intercessione degli Arcangeli, messaggeri che hanno portato annunci di salvezza e hanno lottato con Dio, affinchè rendano la comunità “capace di un annuncio di bellezza, di coraggio, di vita da non trattenere ma da dare agli uomini e alle donne di questo tempo”.