Suor Celestina Valieri è rientrata in Italia per un periodo di riposo. Dopo la Bolivia, l'attende una nuova missione in Argentina

Dove il Signore chiama


Io non ho mai chiesto di andare ma ho sempre accettato quello che il Signore mi ha mandato”. Con queste parole ferme ma pronunciate con una dolcezza ed una serenità che ti tocca nel profondo del cuore suor Celestina Valieri delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, rientrata dalla Bolivia per un periodo di riposo e di cure, ha spiegato che, ad agosto, quando ripartirà andrà in una nuova terra di missione: l’Argentina.
Entre Rios, il cui significato è “tra due fiumi”, sarà la sua destinazione, un paese di pastori nella regione del Cibas a 200 chilometri della capitale Buenos Aires. Suor Celestina, che ancora non sa quale sarà la sua mansione oltre all’evangelizzazione e alla visita alle famiglie, è già pronta a servire seguendo lo spirito della fondatrice della sua congregazione Santa Giovanna Antida che diceva: “Quando Dio chiama se lo si ascolta, Lui dà ciò che è necessario”.
Suor “Cele”, come la chiama la sorella, ha insegnato alla Scuola Sacro Cuore di Carpi fino al giorno in cui venne chiamata dalla superiora provinciale, Suor Teresa Augusta Cavazzuti, che a nome della Madre Generale, le propose di partire per l’Argentina.
Nel 1989 parte per la sua prima missione, la periferia di Buenos Aires tra i baraccati e i cercatori di spazzatura. Poi la sua presenza è richiesta nella lontana Patagonia, a Santa Cruz per aprire una nuova casa dove vive per sette anni; ed anche lì sperimenta ancora una volta che il Signore la precede e le prepara il cammino.
Poi cambia ancora e passa al Nord Argentina, al caldo, vicino a Formosa, con una colonia di indigeni Tobas, dove vive per un anno solamente e poi parte ancora. Questa volta è la Bolivia, a Toropalca sulla cordigliera delle Ande, a 2.800 metri, terra di caprai contadini e semplici muratori, dove vive le difficoltà d’inserimento in una cultura totalmente diversa.
Le sette religiose sono un grosso problema a Toropalca perché si fa credere alla gente che dove c’è la missione c’è il diavolo. Ma cosa possono capire le quarantacinque comunità di questa zona che non vedevano un sacerdote da 35 anni e, grazie alle suore, possono contare su di un diacono che per visitarle tutte celebra una messa all’anno per ogni comunità?
A Toropalca, suor Celestina resta per nove anni e, come dice lei “anche se ho sofferto per i problemi legati all’altitudine è stata la mia vita, e vengo via contenta perché lascio una cosa ‘super’: l’Angolo della Gioia, la scuola d’infanzia che ospita cento bimbi ed è diventata punto di riferimento per tanti altri che, nel passare per andare a casa, si fermano per avere un piccolo gioco oppure per mangiare una fetta di torta, loro che non sanno cos’è una torta”.
L’amore che ha per i fanciulli non la ferma mai, così, lo scorso anno, riesce ad organizzare un congresso con due mila bambini!
Cosa dire ancora di questa umile suora che ha covato per anni il desiderio di partire in missione ma che era sempre trattenuta dal timore per il suo corpo debole e fragile? Parole non servono più ma preghiere ed un rispettoso silenzio per questa piccola grande donna che è di nuovo con la valigia in mano verso la nuova avventura a cui il Signore l’ha chiamata.


Magda Gilioli


Al suo arrivo in Centro Missionario, suor Celestina è stata accolta, oltre che dal direttore don Fabio Barbieri, dai volontari, dalle insegnanti della scuola Sacro Cuore Mara e Idemma, e dall’amica Elena, con cui la religiosa ha condiviso in passato il servizio nelle attività dell’Acr della Cattedrale.
L’Angolo della Gioia di Toropalca è stato costruito grazie ad una donazione anonima pervenuta al Centro Missionario Diocesano. Durante l’incontro sono state consegnate a suor Celestina queste offerte: N.N. 2.000; G.B. 250; N.N. 20; A.A. 5.


SABATO 11 LUGLIO A MIRANDOLA UNA SERATA PER IL MALAWI
Sabato 11 luglio alle ore 21 nell’Auditorium del Castello di Mirandola si terrà un incontro dedicato al Malawi, con proiezioni del viaggio nel paese dove opera la missionaria Germana Munari, che segue il progetto di adozioni a distanza “A mani aperte”. L’evento è a cura di Silvio e Fiorella Nicolini ed è promosso dal Centro Missionario Diocesano e dall’associazione Solidarietà Missionaria onlus.