Violenza contro le donne: andare oltre Istanbul
Sfida culturale
Centro Italiano Femminile di Carpi
In Italia da anni si registra l’aumento esponenziale di uccisioni di donne e di violenze nei loro confronti che ormai meritano l’attenzione, in tempi brevi, da parte del Parlamento. Per questo la ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa detta ‘Convenzione di Istanbul’ sulla prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica è un passaggio storico per il nostro Paese.
Il Centro Italiano Femminile rileva con soddisfazione la ratifica della Convenzione avvenuta con voto unanime da parte della Camera dei deputati e auspica che venga ratificata dagli altri Stati europei perché diventi applicativa al più presto.
Il Cif di Carpi condivide e fa proprie le parole della presidente nazionale Maria Pia Campanile Savatteri: se gli strumenti legislativi sono fondamentali nella vita democratica di un Paese, nel caso della violenza contro le donne restiamo convinte che la vera sfida è quella culturale.
Da troppo tempo non ci si occupa più di educazione al rispetto, alla reciprocità, all’affettività, alla non-violenza; da troppo tempo, adulti di più generazioni non sentono come loro imprescindibile compito quello di essere educatori.
Da troppo tempo non ci si occupa più di educazione al rispetto, alla reciprocità, all’affettività, alla non-violenza; da troppo tempo, adulti di più generazioni non sentono come loro imprescindibile compito quello di essere educatori.
E’ sempre più palese il cambiamento radicale del rapporto che abbiamo con noi stessi e tra noi e gli altri, segno di fragilità e insicurezze, ma anche effetto delle tendenze culturali in atto: cancellazione delle differenze naturali, rivalità tra i sessi e risorgere di antichi stereotipi.
Il Cif continua a svolgere il suo lavoro capillare a favore di una cultura di promozione della donna e della sua dignità, ispirando il proprio impegno ai principi cristiani perché siamo convinte che questa è la chiave per contrastare la cultura oggi imperante, che valuta la persona secondo criteri utilitaristici e di potere.