Editoriale del n. 40 del 17 novembre 2013


Il quinto Convegno ecclesiale nazionale e il Sinodo sulla famiglia: due occasioni da non perdere

 

Coinvolgere tutti

di Pier Giuseppe Levoni

 

Già quindici anni or sono Paolo Trionfini, in un pregevole quanto colpevolmente dimenticato studio sulla Chiesa locale nel post-concilio, mentre riconosceva il valore di tante iniziative concrete, denunciava un evidente ‘disagio nel pensare’, con la conseguente ‘impermeabilità’ a molte sollecitazioni pastorali del Magistero. Nonostante qualche tentativo di rianimare nella nostra comunità ecclesiale la riflessione e il confronto, la situazione non pare granché mutata. Inoltre il dramma del sisma sembra aver ridotto ancor più la disponibilità ad andare oltre l’urgenza delle ‘cose da fare’. E tuttavia sarebbe segno di una pastorale di corto respiro sottovalutare l’esigenza di animarla culturalmente sulle tematiche che pongono sfide decisive per la stessa evangelizzazione. Si tratta di un impegno cui i Vescovi italiani hanno sollecitato, fin dal Convegno ecclesiale di Palermo ’95, l’attenzione e la cura delle diocesi, delle associazioni e dei movimenti. Non pare d’altronde che ciò comporti l’impiego di risorse materiali ingenti. Basterebbe all’inizio valorizzare adeguatamente tre canali: la Scuola di formazione teologica ripensata come ‘centro di promozione culturale’ secondo quanto proponeva un documento Cei di vent’anni fa; un settimanale diocesano capace sempre più di integrare il ruolo informativo con l’impegno a stimolare maggiormente la riflessione e il dibattito; organismi di partecipazione, ad ogni livello, convocati e condotti come strumenti privilegiati per la crescita umana e cristiana dei loro membri, attraverso l’ascolto, per cogliere insieme i ‘segni dei tempi’ ed individuare le scelte da compiere, i cambiamenti da operare. Proprio questa è la sostanziale novità dell’attuale pontificato, ben al di là delle pur suggestive modalità di porsi di Papa Francesco. Il rilancio della ‘sinodalità’, voluta dal Concilio, rompe decisamente, lo ha più volte affermato il Pontefice, con ogni clericalismo ed ogni verticismo, per esaltare lo spirito di comunione e di corresponsabilità, da Roma alla più periferica parrocchia. A questa logica siamo oggi esplicitamente richiamati da due documenti di grande rilievo. In vista del Convegno Ecclesiale di Firenze del 2015, che ha per titolo ‘In Gesù Cristo il nuovo umanesimo’, la Conferenza Episcopale Italiana ha diffuso un ‘Invito’ a collaborare alla preparazione dell’evento attraverso ‘il coinvolgimento, la partecipazione ed il discernimento comunitario’, ritenuti oggi ‘obbiettivi essenziali a cui puntare’. E si indicano le piste di analisi e le tematiche su cui ragionare: ‘quel di più che rende l’uomo unico fra i viventi, il significato della libertà in un contesto sfidato da mille possibilità, il senso del limite e il legame che ci rende ciò che siamo’. Altrettanto chiaro è il messaggio del Documento preparatorio alla III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi convocata per l’autunno 2014, che verterà sulla realtà della famiglia nell’attuale contesto socioculturale e quindi sulle prospettive della pastorale familiare. Nel Documento si propone un analitico questionario, su cui svolgere l’ascolto e la riflessione comunitaria. Sono due stimolanti strumenti di lavoro che rappresentano ottime occasioni per una verifica sul presente e per preparare il futuro, coinvolgendo tutta la comunità ecclesiale. É tempo dunque di recuperare, anche nella nostra Chiesa locale, una rinnovata sensibilità ed un approccio più coraggioso in questa direzione.