Editoriale del n. 6 del 15 febbraio 2015

Oltre le sbarre

Una partita come occasione di relazione e spazio di libertà per le persone recluse in carcere
A farne esperienza i ragazzi del Rugby Carpi che hanno incontrato i detenuti del Giallo Dozza

“Chi entra in carcere non si trasforma in un suddito, in un soggetto a cui riservare un trattamento che è soltanto caritatevole, come se gli si facesse al massimo un favore a trattarlo decentemente, ma rimane persona titolare di tutti i diritti fondamentali”. Così afferma il garante per la regione Emilia Romagna delle persone private della libertà personale, sottolineando come la questione dei diritti umani in carcere non possa limitarsi alla soluzione dell’emergenza del sovraffollamento. Fra i diritti fondamentali vi è infatti anche quello di rapportarsi con i propri famigliari; l’Ordinamento penitenziario raccomanda che “particolare cura” sia dedicata a “mantenere, migliorare e ristabilire le relazioni dei detenuti e degli internati con le famiglie”. Una cura, questa, che da anni vede impegnate sul territorio le organizzazioni di volon-tariato, a partire dall’accoglienza dei famigliari in visita alle persone detenute. Altro aspetto importante, che assume la duplice valenza di diritto e di dovere, è il lavoro, da intendersi nella sua funzione rieducativa. Un bell’esempio è la partecipazione, all’interno di Expo, di 100 detenuti.
Il lavoro molto spesso manca – e la crisi ha ulteriormente aggravato la situazione – ma quando c’è si dimostra possibilità concreta di cambiamento. E di nuove relazioni, come quelle che possono nascere dallo spirito di squadra caratteristico della pratica sportiva e dalla vicinanza di chi si dedica all’assistenza spirituale dei fratelli detenuti.
Occasioni perché il carcere non sia solo luogo di abbruttimento, ma spazio – se pur sovraffollato – per respirare speranza. Il Papa ha ribadito che i cristiani devono guardarsi dagli atteggiamenti comodi: la speranza è dinamica e ci spinge a guardare avanti, e dentro, le cose. Anche quando è inchiodata o dietro le sbarre è capace di libertà.
 

Not