Editoriale n. 01 di Domenica 10 gennaio 2021

Il saluto per la “presa di possesso” del Vescovo Erio, XIX della chiesa di Carpi Avanti con coraggio missionario, uniti nel tuo cuore di Pastore

Carissimo Arcivescovo Erio, la Chiesa di Carpi, come già sai bene, ti accoglie con gioia e speranza, mentre oggi inizi il tuo ministero ordinario tra noi. Siamo sicuri che il tuo affetto e i doni, che il Signore ti ha dato anche per noi, renderanno non soltanto canonicamente “ordinaria”, ma esperienzialmente “straordinaria” la tua presenza alla guida, non più mediata, della nostra Diocesi. Ti siamo grati per i lunghi mesi – addirittura diciotto – dell’amministrazione apostolica della Diocesi, in cui sei stato il premuroso Metropolita che, su richiesta del Vescovo di Roma, si prendeva cura di una diocesi suffraganea. Il tuo pallio ci trova perciò cuciti per sempre in qualche suo punto importante: … speriamo di non essere soltanto uno degli spilloni. Il Signore ha voluto che insieme vivessimo anche i tempi infiniti della pandemia, nell’incertezza e nella necessità di inventare una presenza e una pastorale, che non sospendesse la comunione della Chiesa, la sua vita e la missione al servizio degli uomini e del Vangelo. Ti ringraziamo per le molte attenzioni con cui ci hai arricchiti e perché hai voluto camminare con noi “sinodalmente”, una parola greca che tu sai declinare elegantemente nella sintassi della teologia più raffi nata, nell’organizzazione ecclesiale padana, ma soprattutto nei sentimenti dei cuori. Il Signore, dunque, ti chiama adesso a essere il “proprionostro” pastore. In un linguaggio teologico un po’ acceso si dovrebbe dire: ormai ti è stato chiesto di essere “lo sposo della Chiesa di Carpi”, l’Apostolo che la guida nella comunione, il Profeta del suo annuncio e della sua missione. Mentre per la storia, sedendo su questa cattedra, diventi il XIX Vescovo di Carpi, desideriamo dirti il nostro sincero grazie perché siamo sicuri che la Diocesi è rimasta e continua nella sua autonomia anche per la tua coraggiosa e paziente sincerità. Molti di noi sono pieni di speranza e, in un certo senso, di curiosità nell’iniziare il cammino che si apre oggi e che andrà a intrecciarsi tra la Chiesa di Carpi e la Chiesa di Modena-Nonantola. Il vincolo di questa unione è posto non nel territorio e nelle iniziative comuni, ma, soprattutto e decisamente, nella tua persona e, lasciamelo dire, nel tuo cuore. Con un unico gesto, infatti, Papa Francesco ha dato un Vescovo per la Diocesi di Carpi e ci ha uniti ai modenesi nell’unica tua guida e nella dinamica cordiale della tua persona. Non è solo una decisione giuridica, ma un orientamento umano che richiede squisitezza di sentimenti. Qui scorrono anche concetti un po’ complessi, che, se ho capito bene, da parte di alcuni abbisognano ancora di un’adeguata assimilazione. Siamo sicuri, però, che la fraternità ci farà identificare la strada comune più convincente. Con profonda convinzione – qui, davanti all’immagine secolare della Madonna Assunta, nostra Patrona, splendidamente ripresa dopo il lacerante terremoto – Ti esprimo l’impegno di tutti noi per essere all’altezza delle speranze e della prospettiva di una Chiesa aperta al Vangelo, per viverlo personalmente senza sconti e per annunciarlo con il coraggio di “un’uscita missionaria”, ben ispirata da Papa Francesco e degna delle migliori tradizioni dei grandi santi carpigiani. Permettimi perciò un augurio importante nel linguaggio latino degli ecclesiastici: carissimo Vescovo Erio, ad multos annos.

Monsignor Ermenegildo Manicardi
Vicario generale Carpi