Editoriale n. 09 dell’8 marzo 2020

In vista dell’8 marzo

 “Il futuro è donna”

Donne, mogli, madri. Lavoratrici. Ma prima di tutto “persone”. Significativo in tal senso il tema scelto dal Cif (Centro italiano femminile) per il prossimo 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna: “I diritti delle donne sono diritti umani”.

L’idea di diritti umani delle donne appartiene al “senso comune” anche se esprime un concetto rivoluzionario. Includere le prospettive delle donne, le loro vite negli standard dei diritti umani e nella realizzazione, contiene una verità che tuttora non è sempre non è sempre stata riconosciuta.

Torna alla mente una canzone di Lucio Dalla: “E se è una femmina si chiamerà Futura”. “Per me il futuro è donna” ha affermato con convinto ottimismo una delle giovani donne (moglie, madre e lavoratrice) durante il Forum organizzato da Notizie e dal Cif in vista dell’8 marzo. Lode al femminismo? No, oggettiva constatazione della realtà.

Già le giovanissime generazioni femminili esprimono “una marcia in più” rispetto ai coetanei maschi; le statistiche confermano che a livello scolastico le donne hanno i voti più alti e sono le più brave. Non solo: un istruttore della scuola di paracadutismo conferma che nei corsi le donne sono quelle che apprendono prima, perché più diligenti e attente. Poi però accade che la linea retta verso l’alto rischi di diventare una parallela o, peggio, una parabola.

Con il paracadute degli stereotipi gli uomini finiscono per destreggiarsi meglio e sul lavoro… alla fine la donna viene messa di fronte ad uno “stop”. Lo dicono le statistiche delle carriere e delle retribuzioni. Imposizione o scelta? Oggi la parola d’ordine è “conciliazione” tra diritti: quello di poter realizzare il proprio sogno di donna, moglie e madre e quello di raggiungere obiettivi e ruoli chiave nella professione. Si potrebbe parlare di una “cultura della conciliazione per costruire il bene comune”. Conciliazione sotto l’aspetto familiare, lavorativo, politico.

Alcuni imprenditori illuminati preferiscono parlare di “armonizzazione”, come se il problema fosse tutto nella terminologia. In realtà occorre partire da altro, ossia dalla constatazione che le politiche familiari in Italia negli ultimi anni sono completamente ferme e che le amministrazioni locali latitano tra vincoli di bilancio e pregiudizi ideologici. Ciò che è emerso dal Forum è dunque l’urgenza di riportare al centro dell’agenda della politica, a cominciare dal territorio, il tema delle Pari opportunità, della conciliazione dei tempi, della flessibilità sul lavoro e nell’organizzazione degli orari delle scuole e dei servizi pubblici. Se anche a livello locale la buona offerta di servizi non è riuscita ad arginare il calo demografico, evidentemente servono altri supporti, a cominciare proprio dalla conciliazione o… armonizzazione dei tempi di lavoro e familiari.

Se i diritti delle donne sono “diritti umani” allora che siano fatti valere.

Forum Cif
Maria Silvia Cabri