Editoriale n. 29 del 28 luglio 2019

Messaggio di Mons. Castellucci alla Diocesi di Carpi

Le prime impressioni

I contatti e gli incontri che ho vissuto in queste prime settimane del mio servizio di amministratore apostolico sono stati per me importanti. Ho trovato una Chiesa viva, desiderosa di continuare e intensificare il cammino e colma di doni spirituali.
Le fatiche vissute, ricordate anche dal vescovo Francesco nel suo discorso di congedo, pur avendo inciso nelle relazioni, possono e devono diventare occasioni di crescita.
Umanamente saremmo sempre tentati di considerare le sofferenze come perdite e fallimenti. La presenza del Signore risorto ci aiuta a viverle invece come “pasqua”, cioè “passaggio”, purificazione. È la dinamica della conversione, possibile solo quando ci mettiamo all’ombra del Vangelo che ristora ed allevia le fatiche.

In quest’ottica ho vissuto le celebrazioni liturgiche, i colloqui personali con alcuni sacerdoti e laici responsabili degli ambiti pastorali e la recente assemblea presbiterale, molto partecipata.
È palpabile il desiderio di proseguire il cammino insieme, nello stile sinodale della comunione, evitando di perdere troppe energie nei lamenti e nelle critiche e mantenendo piuttosto la rotta della missione: nell’adesione al magistero degli ultimi papi e in particolare di Francesco, cercheremo di impegnarci insieme per ascoltare la voce di tanti fratelli che reclamano la nostra testimonianza e il nostro servizio, specialmente di quelli che non hanno voce o il cui grido è silenziato dagli animatori dell’odio.

La missione della Chiesa oggi richiede audace profezia e non semplice conservazione dell’esistente. Ed è evidente come nella Chiesa di Carpi lo Spirito abbia seminato tanti doni di santità che devono trovare un terreno fertile e molti agricoltori.

Don Erio Castellucci