Editoriale n. 43 dell’8 dicembre 2019

E’ l’ora della partecipazione dei laici

E’ iniziato ufficialmente il cammino che porterà alla costituzione del nuovo Consiglio Pastorale Diocesano, obiettivo che il Vescovo Castellucci, nella sua lettera “E camminava con loro…”, aveva fissato per la fine di novembre. Tempo scaduto allora? No, non c’è il Consiglio ma ecco firmato il nuovo statuto di tale organismo, e già nella mattinata del 28 novembre si è tenuto in Curia un primo incontro del Vicario generale con i moderatori delle zone pastorali ai quali spetta di mettere in moto la macchina delle assemblee di zona. Siamo di fronte ad un momento di dialogo e di confronto in quello stile della sinodalità che il Vescovo Erio ha posto all’attenzione della nostra Chiesa e che ha invitato ed invita a coltivare. Si terrà conto di osservazioni e suggerimenti per rispettare la specificità – sia per dimensioni, sia per tradizione e cultura – che contraddistingue le diverse zone. Come prima cosa vanno condivise le modalità di svolgimento delle assemblee zonali – la prima e fondamentale tappa – durante le quali, saranno eletti parte dei componenti laici del Consiglio Pastorale Diocesano. Non si tratta di espletare una pura formalità ma l’invito è di vivere questa tappa come momento di formazione, affinché si accresca la consapevolezza del grande valore attribuito alla presenza dei laici e della loro corresponsabilità, questa la parola chiave, nella vita della Chiesa di Carpi, e, nello stesso tempo, si favorisca la “canalizzazione” delle risorse esistenti verso un maggiore collegamento tra le zone. Per questo motivo in ciascuna assemblea zonale un relatore esterno sarà invitato a proporre una riflessione sulla natura comunionale, partecipativa e sinodale della Chiesa. Come afferma monsignor Manicardi nell’intervista che pubblichiamo all’interno del settimanale diocesano, ciò che ci si dovrebbe attendere da questo organo partecipativo della comunità diocesana, il più rappresentativo del popolo di Dio, è “più amore alla Chiesa tra quanti sono impegnati in prima persona e corresponsabili con tanti altri di porzioni del popolo di Dio. In particolare direi: dovrebbe produrre quella auspicata, maggior amicizia tra i credenti. Non si può avere una Chiesa/ comunione o una Chiesa/sinodo, vale a dire ‘cammino fatto davvero insieme’, se le persone non si vogliono bene”. Il cammino è iniziato, i tempi serrati, ma la meta finale è fissata: 6 gennaio 2020, per conoscere composizione e prima convocazione del nuovo Consiglio Pastorale Diocesano.

Dalla Lettera apostolica Novo Millennio Ineunte di Giovanni Paolo II, n. 45 – 2001

“Gli spazi della comunione vanno coltivati e dilatati giorno per giorno, ad ogni livello, nel tessuto della vita di ciascuna Chiesa. La comunione deve qui rifulgere nei rapporti tra Vescovi, presbiteri e diaconi, tra Pastori e intero Popolo di Dio, tra clero e religiosi, tra associazioni e movimenti ecclesiali. A tale scopo devono essere sempre meglio valorizzati gli organismi di partecipazione previsti dal Diritto canonico, come i Consigli presbiterali e pastorali. Essi, com’è noto, non si ispirano ai criteri della democrazia parlamentare, perché operano per via consultiva e non deliberativa; non per questo tuttavia perdono di significato e di rilevanza. La teologia e la spiritualità della comunione, infatti, ispirano un reciproco ed efficace ascolto tra Pastori e fedeli, tenendoli, da un lato, uniti a priori in tutto ciò che è essenziale, e spingendoli, dall’altro, a convergere normalmente anche nell’opinabile verso scelte ponderate e condivise Occorre a questo scopo far nostra l’antica sapienza che, senza portare alcun pregiudizio al ruolo autorevole dei Pastori, sapeva incoraggiarli al più ampio ascolto di tutto il Popolo di Dio. Significativo ciò che san Benedetto ricorda all’Abate del monastero, nell’invitarlo a consultare anche i più giovani: «Spesso ad uno più giovane il Signore ispira un parere migliore». E San Paolino di Nola esorta: «Pendiamo dalla bocca di tutti i fedeli, perché in ogni fedele soffi a lo Spirito di Dio»”.

Le assemblee già fissate: prima e quarta zona

Al momento, sono in programma le seguenti assemblee, a cui interverrà il Vicario generale: mercoledì 11 dicembre, alle 21, in Sala Duomo, per la prima zona pastorale (Cattedrale, San Francesco, San Nicolò); domenica 15 dicembre, alle 16, nella chiesa di San Giuseppe Artigiano, per la quarta zona (San Giuseppe Artigiano, Sant’Agata Cibeno, Fossoli, San Marino, Budrione-Migliarina). Sui prossimi numeri ci attendiamo di pubblicare l’elenco completo delle assemblee delle zone.

Cos’è il Consiglio Pastorale Diocesano?

La risposta è contenuta in due punti centrali del primo articolo dello Statuto del Consiglio Pastorale Diocesano firmato il 23 novembre scorso dall’Arcivescovo Amministratore, monsignor Castellucci. Anzitutto: “Il Consiglio Pastorale Diocesano (CPD) è un organismo di comunione ecclesiale in cui sono rappresentati i membri di tutto il popolo di Dio che cammina nelle realtà della Diocesi di Carpi. Con la presidenza del Vescovo il CPD collabora allo studio dei problemi riguardanti l’attività pastorale maturando valutazioni e proposte operative”. E ancora: “Il CPD mantiene uno stretto e regolare collegamento con i Consigli Pastorali parrocchiali e con il Consiglio Presbiterale affinché nella Diocesi si viva in piena comunione di spirito e di intenti”.