Nell’incontro online svoltosi nei giorni scorsi, Caritas Italiana e Ambrosiana, insieme a tutte le Caritas Diocesane della Regione Emilia-Romagna, hanno fatto il punto dell’emergenza lungo la rotta balcanica. Sono intervenuti Laura Stopponi (Caritas Italiana), Daniele Bombardi (Caritas Italiana, responsabile area Balcani), Sergio Malacrida (Caritas Ambrosiana).Al momento, i migranti in Bosnia, Paese che già al suo interno fa i conti con una situazione complessa, sono 9mila, di cui 5mila sono ospitati nei campi ufficiali ad accesso solo per donne e bambini. Il resto sono uomini soli adulti in condizioni di sovraffollamento (nonostante il covid-19).
A Lipa i migranti attualmente seguiti sono 900. Caritas sconsiglia di inviare indumenti perché è opportuno che i beni distribuiti siano uguali per tutti. Inoltre, si intende acquistare i prodotti delle cooperative locali, per sostenerle e dimostrare che i migranti non sono un peso ma possono aiutare l’economia della zona che sta subendo una recessione a causa della pandemia.
Per entrare nei campi sono necessarie autorizzazioni rilasciate dalle autorità governative; è importante mantenere una relazione con queste ultime. Ad esempio, con Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) sono stati realizzati due social cafè, strutture mobili per offrire uno spazio di socializzazione e stemperare le tensioni.
Caritas Italiana, grazie al suo lavoro di rete strutturato, al suo approccio dialogante e con un basso profilo, gode di un’attenzione in più da parte delle istituzioni locali, a differenza di molte Ong che in precedenza sono state costrette ad andare via a causa di divergenze con il governo.
Per donazioni: Diocesi di Carpi C/ Caritas Diocesana, Corso Fanti 13 – Carpi
IBAN: IT86X0538723300000001422974
Specificare la causale: Emergenza Bosnia