Martedì 24 dicembre monsignor Francesco Cavina ha celebrato la Messa della Notte di Natale a Rolo, nella chiesa parrocchiale appena riaperta dopo il sisma. Al centro dell’omelia, il cammino di scoperta dell’identità “del bambino che festeggiamo” e il contrasto tra “la storia dell’umanità che segue il suo corso naturale con il potente di turno” e “due genitori, poveri, che non avendo raccomandazioni umane non riescono a trovare un alloggio decoroso”, “la nascita di un bambino che inizia il suo cammino terreno in una stalla”.
“Nuovo”, “straordinario”, “grandioso” e “unico” è il Natale nelle parole del Vescovo: Dio è “venuto per porre fine alla paura e al terrore in cui l’uomo vive ed offrirgli la possibilità di godere della giustizia, della pace e della gioia frutto della sua presenza in mezzo a noi”.
“In questa santa notte, a chi si sente stanco, solo, sfiduciato, a chi ha il cuore chiuso, a chi è refrattario alla fede, a chi si sente devastato moralmente e spiritualmente rivolge un pressante appello: ‘Venite!’, ‘Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò’ (Mt 11.28). Il Signore – osserva ancora il Vescovo – può ‘ristorarci’ perché Lui è l’uomo per eccellenza, il ‘primogenito di ogni creatura’, il Maestro, il fratello di tutti, l’avvocato dei poveri, l’amico dei piccoli, il compagno dei sofferenti, il redentore dei peccatori, in una parola il nostro Salvatore”.
“Non capisce nulla del cristianesimo – sottolinea monsignor Cavina – chi non comprende che la sequela di Gesù non è innanzitutto una fatica, una rinuncia per raggiungere un premio, ma è il centuplo, è pienezza di umanità. Nel cristianesimo non è l’uomo che cede qualcosa a Dio, ma è Dio che si offre, che dona la vita per noi, per il nostro bene e la nostra felicità. Per chi accoglie questo bambino nato nella stalla – conclude il Vescovo -, inviato come il Salvatore, dall’amore e dalla misericordia di Dio, non c’è più buio, incertezza ed ansia, ma luce, ferma speranza, gioia e pace”.