Presso l’altare nella tensostruttura si eleva il crocifisso nuovo riprodotto dalle mani abili di un artigiano pugliese sul modello di quello antico distrutto dal sisma. Intorno a questa immagine tanto amata, la comunità di San Possidonio si è stretta nuovamente il 19 maggio per la Santa Messa in onore del Patrono. Alla liturgia, presieduta da don Benito Poltronieri,affiancato dal parroco don Aleardo Mantovani, hanno partecipato le autorità civili, guidate dal sindaco Rudi Accorsi. “La festa del Patrono – ha affermato don Mantovani – è un momento importante per rafforzarci nell’impegno a ricostruire insieme la nostra comunità. Come credenti, sappiamo che Dio non abbandona mai i suoi figli e che, se permette una prova, lo fa per dare loro una gioia più grande. Anche nell’esperienza del terremoto è perciò possibile scorgere un messaggio di speranza e uno stimolo a fare il bene aprendoci gli uni alle necessità degli altri per essere tutti strumenti per l’edificazione di un mondo migliore”. Un impegno a “fare il bene” che si è manifestato in particolare nello svolgimento senza interruzioni delle attività parrocchiali, nonostante gli spazi notevolmente ridotti. A partire dal centro estivo 2012 che si è tenuto anche ad agosto, grazie all’aiuto di insegnanti ed educatori venuti da fuori, offrendo ai ragazzi momenti di serenità e di divertimento. Da parte loro, i volontari della Caritas parrocchiale hanno distribuito, durante l’emergenza, generi di prima necessità nei campi della Protezione civile. “Dall’ottobre scorso – spiega Remo Zona, direttore della Caritas – vista l’inagibilità della sede presso il teatro Varini, abbiamo allestito il centro di ascolto nelle tre aule delle ex scuole elementari, messe a disposizione dal comune. Per di qui passa il sostegno ad un numero sempre crescente di famiglie in difficoltà, in un territorio in cui la crisi economica è stata aggravata dalle conseguenze del sisma”. Sempre a sostegno delle famiglie prosegue l’esperienza del Centro didattico Focus on, il doposcuola al piano superiore della scuola dell’infanzia parrocchiale, mentre un gruppetto di giovani – “pochi ma buoni” come li chiama don Mantovani – animano le attività dell’Acr. Per i piccoli della scuola materna l’anno si è svolto regolarmente negli ambienti al piano terra dell’edificio. Una realtà educativa che da sempre è oggetto dell’attenzione sollecita della parrocchia. Basti pensare che alcuni volontari appartenenti ad Anspi, Azione cattolica e Caritas si recano una volta al mese al mercatino dell’usato di Valeggio sul Mincio per la vendita dei gnocchi fritti, il cui ricavato va appunto alla scuola materna. E tanti altri sono i piccoli grandi segnali che dimostrano come la comunità, nonostante le ferite e le incertezze riguardo al futuro, stia andando avanti con coraggio. “Anzi – osserva Remo Zona – si può dire che il terremoto abbia dato una scossa in positivo riguardo alla partecipazione alle iniziative e alla disponibilità rispetto ai bisogni della comunità locale”.