Si celebra il 2 febbraio la 19esima Giornata mondiale della vita consacrata. Nella Diocesi di Carpi questa ricorrenza, che cade nell’Anno dedicato alla vita consacrata, sarà ricordata nel corso della solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo monsignor Francesco Cavina domenica 1 febbraio alle 18.30 presso la parrocchia di San Giuseppe Artigiano a Carpi. Saranno presenti i religiosi che prestano il loro servizio nella Chiesa di Carpi per rinnovare i voti di consacrazione. Le comunità ecclesiali sono invitate a ricordare nella preghiera quanti dedicano interamente la loro vita alle necessità della Chiesa e dei fratelli.
Questa è la testimonianza scritta per la Giornata dalle Sorelle Cappuccine del monastero di Carpi.
“Memoria profumata di Dio”. Il prossimo 2 febbraio la Chiesa celebra la giornata mondiale dei consacrati, chiaramente evidenziando, la comune e primaria missione di comunicare ad ogni persona incontrata la bellezza e profumata presenza di Dio.
Quando ci capita ovunque di sentirci avvolti da un alone di finissimo profumo, immancabilmente avviene il dilatarsi delle nostre narici per recepire meglio quel dono e quasi imprigionarlo, data la sua piacevolissima effusione, nel nostro essere.
Così avviene – dovrebbe avvenire – quando contattiamo per qualunque motivo un consacrato.
Sì, Dio è nel povero, nel malato ed in ogni persona, ma non sempre ne avvertiamo la sua profumata presenza; nel consacrato sì perché è la sua vocazione-missione.
Adesso, al consacrato non è chiesto nessun attestato di una o due lauree – pur buona cosa – nell’ambito dell’umano sapere, ma qualcosa di molto, molto più importante… Dio!
Non sono le benemerenze umane e i titoli accademici che abilitano a lasciare trasparire e comunicare il divino, ma l’umile sereno “scomparire” di sé, per lasciare spazio pieno a Dio.
“Che Egli cresca ed io diminuisca” ci direbbe San Giovanni Battista.
Fu chiesto ad un signore che si era recato ad Ars per appurare di persona quanto ivi avveniva; “che cosa ha visto in quel luogo?”. Rispose: “Ho visto Dio in un uomo”. Il curato, quell’umile consacrato in uno sperduto villaggio francese, lasciava trasparire Dio. Questa l’essenziale nostra missione, valida per ogni tempo luogo e contesto umano.
Se anche nel nostro dissestato oggi che viviamo spuntasse un piccolo San Francesco, il percorso della pace, del rispetto, dell’amore per ogni fratello in umanità, si aprirebbe a tutti, e non prevarrebbero odio e violenza come la triste realtà ovunque nel nostro oggi.