Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

sabato 13 gennaio a Novi la Santa Messa “dei Popoli”

“Accogliere, proteggere, promuovere, integrare i migranti e i rifugiati”.
 
Questo è il tema della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2018. La Santa Messa “dei popoli”, organizzata dalla Commissione Migrantes Diocesana, si celebra sabato 13 gennaio alle 18 presso la parrocchia di Novi.
 
“Accogliere, proteggere, promuovere e integrare”, quattro azioni concrete, fondate sui principi della Dottrina sociale della Chiesa, per una risposta comune alle numerose sfide poste dalle migrazioni. E’ questa la strada che Papa Francesco indica con chiarezza nel messaggio per la 104ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, domenica 14 gennaio. La ricorrenza sarà vissuta nella nostra Diocesi attraverso la cosiddetta Santa Messa “dei Popoli”, quest’anno celebrata presso la parrocchia di Novi sabato 13 gennaio alle ore 18. Migrazioni che il Papa individua come un evidente “segno dei tempi”. Alla luce del Vangelo, in cui Gesù si identifica anche con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca, tale segno richiama ad una grande responsabilità la Chiesa e tutti i credenti e tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Il Papa sottolinea come il contributo della comunità politica e della società civile, ciascuno secondo i propri ruoli, sia a tal riguardo indispensabile. Una grande responsabilità che non si può eludere o mistificare, ma che come ricorda il Papa, gli Stati si sono impegnati a condividere anche a livello globale, in particolare anche attraverso la redazione e sottoscrizione, proprio entro quest’anno in sede Onu, di due accordi (Global Compacts) sul tema. In vista anche di questi processi avviati, il Papa invita i fedeli a presentare e sostenere azioni concrete che declinino i quattro verbi indicati, e per far ciò presenta nel messaggio alcune tracce per ognuno di essi. Accogliere significa, secondo il Santo Padre, offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione. attraverso ad esempio la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare, l’apertura dei cosiddetti corridoi umanitari e l’adozione di programmi di accoglienza diffusa, evitando al tempo stesso le espulsioni collettive e arbitrarie, soprattutto quando vengono eseguite verso paesi che non possono garantire il rispetto dei diritti fondamentali. Proteggere vuol dire mettere in atto una serie di azioni in difesa dei diritti e della dignità dei migranti e rifugiati indipendentemente dal loro status migratorio, con un richiamo particolare ai migranti minorenni. Promuovere significa adoperarsi affinché tutti i migranti e i rifugiati così come le comunità che li accolgono siano messi in condizione di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni che compongono l’umanità, anche garantendo la dimensione religiosa, l’inserimento socio-lavorativo, la dimensione familiare e l’attenzione alle situazioni di disabilità. Integrare, infine, non vuol dire un’assimilazione che induca a sopprimere o a dimenticare la propria identità culturale, ma piuttosto aprirsi all’altro per accoglierne gli aspetti validi e contribuire così ad una maggior conoscenza reciproca, favorendo in ogni modo la cultura dell’incontro. Quattro verbi dunque per indicare azioni concrete così da poter affrontare questa sfida comune, vivendo sempre, come Papa Francesco ci ricorda, il principio fondamentale presente nella dottrina sociale della centralità della persona umana. Una sfida che speriamo la comunità umana sappia accogliere e affrontare al meglio, anche traendo ispirazione dalle parole di Francesco.