Giubileo operatori comunicazione e Gruppo Pellegrinaggi

Ai pellegrini e ai giornalisti: “Date risalto al bene che c’è

“Chi opera nella comunicazione trasmette il senso di un cammino, di un’umanità che cammina”. È questo il significato che il vescovo Erio ha attribuito al pellegrinaggio giubilare degli operatori della comunicazione che si è svolto nel pomeriggio di domenica 23 novembre, in Cattedrale a Carpi. Insieme ai giornalisti erano presenti numerosi pellegrini che nel corso dell’anno hanno vissuto i pellegrinaggi a Roma guidati da don Carlo Malavasi e Roberto Andreotti. Un appuntamento che segna anche l’inizio del quarantesimo anno di pubblicazione di Notizie (1986-2026) e che vede già programmato l’incontro a Roma con il Papa nell’udienza generale di mercoledì 25 marzo. Nella riflessione a commento della pagina evangelica dei discepoli di Emmaus il vescovo Erio ha ricordato come “Gesù era capace di fare ardere il cuore non solo perché era un bravo predicatore ma perché ‘camminava con loro’. Il cuore arde quando sentiamo che il Signore cammina con noi lungo la via, non è un Dio che sta a guardare da lassù, che si disinteressa. è un padre, una madre che ci segue, che cammina con noi lungo la via della vita”. Rivolgendosi poi ai pellegrini ha ricordato loro che “il pellegrinaggio mette proprio in luce che il cammino è l’immagine della nostra vita con le sue fatiche, le sue gioie, e il Signore è al nostro fi anco”. Allo stesso modo, chi è impegnato a comunicare si sente sempre in cammino, non può essere statico nel trasferire delle verità assolute ma “racconta un percorso che a volte è fatto di tappe significative e belle, a volte di tappe dolorose e faticose. Chi opera nella comunicazione deve raccontare, come nel racconto del vangelo, sia i momenti belli, i due discepoli che tornano a Gerusalemme pieni di gioia ad annunciare quello che hanno visto ma anche i momenti faticosi, i due discepoli che nella prima parte del brano raccontano di un dramma, di una disfatta”. Siamo chiamati a continuare a camminare anche nella fatica, anche in questo tempo di guerre, di violenze: “Continuate ad essere pellegrini, continuate a comunicare, continuate a tenere relazioni, a dare risalto all’amore tra di noi, nelle nostre case, nei luoghi di lavoro, di cura.

 

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