Sono stati inaugurati il 26 aprile i centri di comunità donati alle parrocchie di Budrione-Migliarina e di Fossa da Caritas italiana. Tanti i convenuti alle due cerimonie: oltre alle comunità locali e alle autorità civili, il Vescovo monsignor Francesco Cavina, il Vescovo ausiliare di Firenze monsignor Claudio Maniago e don Renzo Chesi, in rappresentanza rispettivamente dei Vescovi e della Caritas della Toscana, don Nino Pangallo, delegato per Caritas Calabria, don Vincenzo Cosentino, delegato per la Sicilia, e don Andrea La Regina responsabile di Caritas italiana per l’emergenza terremoto. La realizzazione dei centri di comunità è stata finanziata da Caritas italiana tramite le offerte della colletta nazionale del giugno scorso – spontaneamente erogate – provenienti da Calabria e Sicilia per la struttura di Budrione e dalla Toscana per quella di Fossa. A don Andrea La Regina il compito di illustrare l’impegno verso l’Emilia terremotata. Innanzitutto tramite i centri di comunità, donati, ha spiegato, per diventare “luoghi di aggregazione, di promozione di attività volte a creare un tessuto sociale, per obiettivi religiosi e culturali, secondo i principi di solidarietà, sussidiarietà, coesione. E’ improprio chiamarle strutture provvisorie perché rimangono nel tempo come segno di speranza per tutti e di apertura al territorio. Attualmente sono 500 i centri di comunità ancora utilizzati in tutta Italia, ad esempio per le attività delle diverse associazioni”. In concomitanza si sono sviluppati i gemellaggi con le delegazioni regionali, secondo le intuizioni che furono di monsignor Giovanni Nervo, fondatore della Caritas, in seguito al terremoto del Friuli nel 1976. “Il gemellaggio – ha sottolineato don La Regina – tiene unite le comunità, crea e rafforza legami di vicinanza. Si fonda su quella reciprocità che arricchisce sia chi è nel bisogno sia chi porta aiuto in una dimensione di accompagnamento gli uni degli altri e nella consapevolezza che non si è soli di fronte alle difficoltà”. Un vivo ringraziamento a tutti coloro che hanno operato in sinergia per la realizzazione dei centri di comunità è stato espresso da monsignor Francesco Cavina. “Siamo consolati – ha affermato – perché attraverso la presenza, l’opera, l’aiuto di tanti fratelli è Cristo stesso che ci visita, ci aiuta, ci conforta, ci consiglia. L’impegno e l’attiva presenza della Caritas nelle nostre zone trova la sua ragion d’essere nella testimonianza di umana e cristiana solidarietà che caratterizza questa istituzione ecclesiale. Tuttavia, se la Caritas, sostenuta dalle offerte spontanee di tanti cristiani, si è fatta carico di un peso molto rilevante, osando oltre le sue forze, occorre, anzi è urgente – ha concluso il Vescovo – che tutte le istituzioni facciano di più, molto di più per aiutare la ricostruzione morale e materiale ed assicurare un ritorno ad una normalità di vita”.