La lebbra e tutte le malattie tropicali dimenticate sono curabili. E’ quanto ci ricorda la 67ª Giornata mondiale dei malati di lebbra (Gml), promossa, per quanto riguarda l’Italia, dall’Associazione italiana Amici di Raoul Follereau (Aifo). Domenica 26 gennaio, migliaia di volontari offriranno nelle piazze italiane il “miele della solidarietà” e le caramelle – provenienti dal circuito del commercio equo e solidale – il cui ricavato finanzierà i progetti sanitari promossi e gestiti da Aifo nel mondo. In vari Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, dove persistono condizioni socio economiche precarie che ne favoriscono la trasmissione, il morbo di Hansen, più conosciuto come lebbra, è ancora oggi un problema di salute pubblica. Dal 1981 è disponibile una terapia efficace e oggi la strategia principale per il controllo della malattia si basa sulla diagnosi e il trattamento precoci. Ma per ottenere un buon controllo sull’andamento della malattia, con effetti duraturi, è necessario migliorare la situazione socio-economica nei Paesi endemici. Inoltre, ancora oggi, a causa delle difficoltà di accesso e della scarsa qualità dei servizi di trattamento, la diagnosi avviene tardivamente e spesso la persona colpita si presenta con disabilità fi siche irreversibili. Infatti, si stima che nel mondo ci siano più di tre milioni di persone che, nonostante siano da considerarsi curate dal punto di vista clinico, presentano disabilità gravi. Le disabilità, oltre a determinare un importante carico sanitario a lungo termine, tendono a perpetuare il preconcetto e lo stigma. A causa di ciò, dopo il trattamento molte persone permangono isolate, segregate, senza lavoro e senza possibilità di reinserimento sociale. Secondo i dati pubblicati dall’Oms alla fine di agosto 2019, le persone diagnosticate nel 2018 sono state 208.619. Al primo posto l’India (120.334), seguita dal Brasile (28.660) e dall’Indonesia (17.017), la cui somma corrisponde al 79,6 % del totale mondiale. In questo scenario, da sessant’anni Aifo opera non solo per curare le persone colpite dal morbo, ma anche per la prevenzione, la riabilitazione delle persone che in seguito alla malattia presentano disabilità e per il loro reinserimento ed inclusione sociale.
Nella Diocesi di Carpi il 26 gennaio Miele della solidarietà Il Centro Missionario Diocesano sostiene da sempre Aifo e si impegna a promuovere le iniziative nella Giornata. Domenica 26 gennaio tornano dunque i tradizionali banchetti del “miele della solidarietà”, allestiti nelle parrocchie di San Marino (Santuario della Madonna dei Ponticelli), Sant’Agata Cibeno, Novi, Santa Croce, Gargallo, Rovereto, Sant’Antonio in Mercadello, San Giuseppe Artigiano, Gavello, San Martino Spino, Rolo, Limidi, Panzano, Fossoli, Quarantoli, San Possidonio, Mirandola, San Martino Carano. A Sant’Agata Cibeno il banchetto sarà presente anche sabato 25 gennaio, alle 19.30, dopo la Santa Messa prima festiva. Per la parrocchia di Quartirolo l’iniziativa si è tenuta domenica 19 gennaio.
Dolci per la solidarietà a San Possidonio e a Fossa A San Possidonio, le offerte ricavate dalle torte presso il banchetto parrocchiale, in concomitanza con le messe festive, sabato 25 e domenica 26 gennaio, saranno devolute ad Aifo. A Fossa, nell’oratorio parrocchiale, domenica 26 gennaio, dopo la messa delle 9.30, si terrà la tradizionale “Pesca del Dolce”, il fattivo coinvolgimento della comunità. Le offerte saranno destinate ad Aifo, con cui i volontari della parrocchia mantengono un legame di solidarietà.