La Santa Messa presieduta da Papa Francesco in piazza Martiri a Carpi
15 mila i posti a sedere in piazza Martiri, dove l’altare è collocato sul sagrato della Cattedrale. E’ prevista la presenza dei Vescovi della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna e di duecento sacerdoti.
Quattro le prime pietre che saranno benedette dal Santo Padre.
La Santa Messa, presieduta da Papa Francesco domenica 2 aprile in piazza Martiri, “cade” nella quinta Domenica di Quaresima. La liturgia è naturalmente quella del giorno, con la proclamazione del brano del Vangelo di Giovanni (Gv 11,1-45) che narra il segno della resurrezione di Lazzaro.
All’interno di piazza Martiri allestita con 15 mila posti a sedere, la pedana-presbiterio (dell’ampiezza di 18 metri per 10) è costituita da un grande palco sul sagrato della Cattedrale, sul quale oltre ai poli liturgici troveranno posto le sedute per i Vescovi della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna, che hanno deciso di essere presenti alla celebrazione come segno della comunione che unisce la Regione ecclesiastica. Intorno ad essa, poi, saranno disposti i sacerdoti ed i diaconi permanenti a fare come da corona. Si prevede l’arrivo di oltre duecento sacerdoti.
A prestare il servizio liturgico saranno i seminaristi delle Diocesi di Carpi e Modena.
La scelta di quanti proclameranno le letture e le intenzioni alla preghiera dei fedeli è stata fatta in modo da rappresentare le realtà ecclesiali ed aggregative attive nella Diocesi di Carpi, dall’Azione cattolica all’Agesci, dal Cammino Neocatecumenale al Movimento dei Focolari, dalla Comunità Papa Giovanni XXIII ai catechisti delle parrocchie.
Due famiglie, porteranno i doni all’altare, vale a dire il pane e il vino con l’acqua.
Sessanta i sacerdoti che distribuiranno la Comunione in piazza Martiri. Inoltre, si sono istituite due cappelle eucaristiche in piazza Garibaldi e in piazzale Re Astolfo dove sarà affidata ai ministri straordinari della Comunione la distribuzione dell’Eucaristia per permettere anche a chi non è fisicamente in piazza Martiri e segue la celebrazione dal maxischermo di partecipare pienamente alla liturgia.
Prima di sciogliere l’assemblea, il Santo Padre invocherà la benedizione sui fedeli e sulle prime pietre – poste ai piedi della pedana-presbiterio – di quattro nuovi edifici della Diocesi di Carpi: la nuova chiesa della parrocchia di Sant’Agata di Cibeno a Carpi; la “Cittadella della Carità” a Carpi; la nuova struttura parrocchiale di San Martino Carano di Mirandola; la casa di spiritualità di Sant’Antonio in Mercadello di Novi di Modena, per la quale la pietra è costituita da un frammento della chiesa della Beata Vergine Maria di Quaraqosh, nella piana di Ninive in Iraq, distrutta dalla violenza dell’Isis, segno di comunione fortemente voluto dal Vescovo Francesco Cavina (nell’ultimo anno monsignor Cavina ha visitato per tre volte, nel Kurdistan iracheno, i campi profughi dei cristiani costretti a fuggire da Mosul e dalla piana di Ninive sotto l’avanzata dell’Isis).
L’altare, i poli liturgici, le immagini del Crocifisso e di Maria
Dallo scultore contemporaneo Lodigiani
al patrimonio artistico della Cattedrale
Il palco che ospita l’area presbiterale è allestito in modo essenziale, in sintonia con il tempo liturgico di Quaresima. In esso sono collocati l’altare, l’ambone e la cattedra, sede presidenziale del Pontefice, così come le immagini del Crocifisso e di Maria.
Ognuno dei poli liturgici accoglie al suo interno bassorilievi in gesso donati dallo scultore Guido Lodigiani di Milano.
Per quanto riguarda il programma iconografico, spiega don Luca Baraldi, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, “il bassorilievo dell’altare è ispirato all’episodio del capitolo 21 del Vangelo di Giovanni, in cui si narra di una pesca miracolosa che lo sparuto gruppo di discepoli riesce a fare gettando le reti sulla Parola di Gesù, il Crocifisso Risorto. Tale racconto è anche preludio, sempre nel quarto Vangelo, all’affidamento, da parte di Cristo, del compito pastorale all’apostolo Pietro: ‘Pasci le mie pecorelle’”.
Nell’ambone, prosegue don Baraldi, “l’artista ha rappresentato un volto ‘come di Figlio d’uomo’ che raduna attorno a sé una folla di persone alle quali fa dono dello Spirito Santo, espresso attraverso la figura della colomba. In questa rappresentazione ritroviamo molti degli aspetti che la Costituzione dogmatica Dei Verbum del Concilio Vaticano II e dell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco attribuiscono alla Parola di Dio”.
All’interno della cattedra, prosegue il direttore dell’Ufficio liturgico, “sono posti due bassorilievi che raffigurano due nature, una morta e una viva, ad indicare che il Pastore, insieme a tutto il popolo, è chiamato costantemente a passare dalla morte alla vita seguendo la voce del Cristo”.
Il Crocifisso e la statua della Vergine provengono dal patrimonio storico-artistico della Cattedrale di Carpi. Il primo, spiega don Baraldi, “è in legno intagliato, in stile gotico emiliano, attribuibile all’area modenese della fine del XV secolo”.
La seconda, fatta di cartapesta, “è una tipica espressione della pietà popolare risalente alla seconda metà del XVIII secolo. Rappresenta la Madre incoronata che reca sulle ginocchia il bambino Gesù offrendolo all’adorazione degli astanti”.
Coristi riuniti della Diocesi di Carpi
200 presenze dalle Corali del territorio per eseguire i canti
Si chiama “Coristi riuniti della Diocesi di Carpi” il progetto a cui è stata affidata l’animazione dei canti durante la Santa Messa presieduta da Papa Francesco. Un’iniziativa nata per impulso del Vescovo monsignor Francesco Cavina, che vede impegnati 200 coristi. Si sono coinvolte le diverse formazioni corali presenti nella Diocesi di Carpi, sia quelle legate alle parrocchie sia quelle attive in città.
Un lavoro di squadra, dunque, in cui si sono divisi i compiti per domenica 2 aprile: Tiziana Santini è stata chiamata alla direzione dei coristi; Paola Bulgarelli guiderà nei canti l’assemblea; Alessandro Dallari e Sara Pretto faranno da salmista e solisti; all’organo suonerà Elena Cattini.
“In accordo con il cerimoniere pontificio, monsignor Guido Marini – afferma Alessandro Pivetti, responsabile della sezione musica sacra dell’Ufficio Liturgico Diocesano – si è cercato, nella scelta dei canti, di creare un equilibrio, per così dire, tra il tono quaresimale, dato che siamo in questo periodo, e la dignità che richiede una liturgia presieduta dal Santo Padre”.
Una particolarità è rappresentata dal fatto che “in occasione della visita di un Pontefice – spiega Pivetti – è consuetudine eseguire un canto che abbia come testo il brano evangelico del Tu es Petrus. Noi abbiamo scelto la versione di monsignor Lorenzo Perosi, compositore che ha lavorato nella prima metà del Novecento con diversi Papi”. Gli altri canti sono tratti dal repertorio della Conferenza Episcopale Italiana, “molti dei fedeli sicuramente ne sanno le parole a memoria e questo può aiutarli a partecipare in modo ancora più sentito alla preghiera”.