È stato l’annuncio della Resurrezione il primo tweet di monsignor Francesco Cavina. E non poteva essere altrimenti poiché il giorno, simbolico, del primo messaggio del Vescovo sul popolare social network era il giorno – o meglio, la notte – di Pasqua. Sollecitato da un gruppo di giovani, monsignor Francesco Cavina ha deciso di aprire il suo profilo twitter appoggiandosi all’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi e ad alcuni di questi ragazzi che gli hanno proposto di affiancarlo, aiutandolo a cimentarsi con questo nuovo strumento. Con lo spirito di Papa Francesco che lo scorso 24 gennaio, festa di San Francesco di Sales, a tutti i comunicatori ha detto: “Non abbiate timore di farvi cittadini dell’ambiente digitale. È importante l’attenzione e la presenza della Chiesa nel mondo della comunicazione, per dialogare con l’uomo d’oggi e portarlo all’incontro con Cristo: una Chiesa che accompagna il cammino sa mettersi in cammino con tutti”.
Non sarà una presenza affannata o invadente quella di monsignor Cavina, poiché “rete” vuol dire anche trama di rapporti, fili che uniscono, snodi di esistenze. Anche nell’ambiente digitale, allora, occorre imparare a crescere in umanità e nella comprensione reciproca, a recuperare un certo senso di lentezza e di calma, a prendersi il giusto tempo per fare silenzio e per ascoltare.
“La cultura dell’incontro richiede che siamo disposti non soltanto a dare, ma anche a ricevere dagli altri”, dice sempre il Papa; “solo chi comunica mettendo in gioco se stesso può rappresentare un punto di riferimento. Il coinvolgimento personale è la radice stessa dell’affidabilità di un comunicatore. Proprio per questo la testimonianza cristiana, grazie alla rete, può raggiungere le periferie esistenziali”.
Un ascolto paziente, nel rispetto delle domande e dei dubbi delle persone, sarà il filo conduttore di questa presenza: se arriveranno da twitter stimoli e sollecitazioni (basta indirizzarli a @CavinaVescovo), lui risponderà. Magari non necessariamente sul social network ma in un colloquio personale. A quanti vorranno “seguirlo” nei suoi tweet la sfida di ascoltarne il messaggio, e soprattutto di aiutarsi reciprocamente a diventare, anche in rete, presenze significative e piene di umanità.