Il Vescovo Erio ha presieduto la Santa Messa in suffragio di Luciano Lanzoni. Presenti i confratelli Servi della Chiesa

Passiamo all’altra riva…

Consegna del rosario alla madre di Luciano

Consegna del rosario alla madre di Luciano

Domenica 20 giugno, nell’Aula Liturgica della parrocchia di Quartirolo, il Vescovo Erio Castellucci ha presieduto la Santa Messa in suffragio del missionario Luciano Lanzoni, deceduto in Madagascar lo scorso 18 giugno. Nell’omelia monsignor Castellucci, riferendosi al brano del Vangelo di Marco 4, 35-41, ha sottolineato come l’azione del “passare all’altra riva” nella vita di Luciano sia stata significativa per due volte. La prima quando trent’anni fa, rispondendo in modo “irresi- stibile” alla chiamata del Signore, ha deciso di “passare dalla parte dei poveri”, riconoscendo, sull’altra sponda, i loro volti e ascoltando il loro grido. Da qui in poi Luciano ha scelto di camminare sulla via della Carità. Il secondo “passaggio” è avvenuto il giorno della sua morte, quando il Signore gli ha chiesto di passare sull’al- tra riva, quella della vita eterna. Per fare questo, Luciano ha dovuto trasformarsi nel seme caduto a terra. Il Vescovo ci ha ricordato che tutti siamo chiamati a passare all’altra riva. Attraverso le tempeste delle nostre fragilità, ognuno di noi tocca con mano la presenza costante del Signore al suo fianco.

Tra le testimonianze, quella di don Stefano Torelli, superiore dei Servi della Chiesa, famiglia religiosa a cui Luciano apparteneva. Egli ha voluto ricordare che la risposta di Luciano alla chiamata del Signore è stata quella di diventare “servo dei bisogni dei poveri”, ogni suo gesto ha incarnato la concretezza autentica dell’Amore vero. Come segno don Torelli ha deposto sull’altare tre rosari: uno per la comunità di Quartirolo che per tanti anni ha sostenuto i progetti di Luciano attraverso donazioni e invio di volontari in Madagascar per aiutarlo da vicino. Il secondo rosario per il Centro Missionario di Carpi, anch’esso vicino in ogni sua iniziativa e il terzo è stato consegnato dal Vescovo, alla fine della celebrazione, alla mamma del missionario.

Altra testimonianza significativa quella di don Simone Franceschini, sacerdote della missione diocesana di Reggio Emilia, che ha lavorato tre anni con Luciano in Madagascar. Ha usato tre parole chiave per descrivere le priorità di Luciano. E’ stato un “mentore”, maestro per tutti coloro che hanno avuto il piacere di “servire” i poveri insieme a lui. Ha avuto a cuore, come priorità per il bene comune, la “formazione” in ogni campo ed ha costantemente incentivato la “responsabilità”

di ognuno, nei confronti delle posizioni da prendere al fine di migliorare le condizioni della popolazione e del Paese. Infine, don Antonio Dotti, direttore del Centro Missionario di Carpi, ha ricordato il passo di Matteo 25 che è stato il brano del Vangelo preferito da Luciano, come lui stesso ha testimoniato, on line, durante uno degli ultimi incontri del Consiglio Missionario Diocesano. “Ho avuto sete e mi avete dato da bere…” queste parole di Gesù hanno illuminato tutta la sua vita, nella prospettiva di servire i poveri. La celebrazione ha avuto un’ampia partecipazione, presente una larga maggioranza del Consiglio Missionario Diocesano, molti volontari che si sono recati in Madagascar per aiutare Luciano, varie associazioni – per citarne qualcuna, Venite alla festa, gli Amici Del Dongio, Ho Avuto Sete, Insieme per le Missioni, Solidarietà Missionaria -, alcuni parrocchiani di Gargallo, le Suore delle Case della Carità. Poi numerosi sacerdoti, tra cui il Vicario generale, monsignor Ermenegildo Manicardi, e don Francesco Tsiarosoa, prete malgascio della parrocchia di San Bernardino Realino.

A cura del Centro Missionario Diocesano