Alcuni brevi stralci dal testamento spirituale di don Roberto Bianchini letti alla celebrazione delle esequie dal provicario generale don Carlo Malavasi.
“Quando ho ricevuto l’Ordine sacro, ho chiesto al Signore tre cose: abitare sempre nella sua casa, … farmi guidare dallo Spirito Santo nella spiegazione del Vangelo; … non guardare ai miei limiti ma di portarmi in Paradiso. Le prime due cose finora mi sono state concesse, ora confido che per la sua misericordia Egli voglia concedermi anche la terza”. “A tutti il mio affetto, la mia riconoscenza, la mia benedizione, con un invito a volersi bene, dal cielo pregherò per tutti”.
Riceviamo e pubblichiamo questo ricordo di don Roberto inviato dalla famiglia Carretti-Russo.
La Famiglia Carretti-Russo ha appreso con profondo dolore della perdita del caro don Roberto. Prima di essere un sacerdote, era un grande amico di famiglia. Vorremmo lasciare un breve ricordo per far sì che la sua memoria rimanga a quanti, come noi, lo hanno conosciuto e ne hanno apprezzato il carattere e la persona che era.
Stefano Carretti: di don Roberto ho un ricordo bellissimo delle sue omelie nella chiesa di San Francesco. Erano piene di significato, forti, mai scontate, che ti facevano riflettere anche dopo la messa. Grazie a lui mi avvicinai in modo particolare a Dio. La cura della celebrazione liturgica era minuziosa. Mi ricordo le cene che abbiamo fatto insieme a casa nostra, si parlava di tante cose, argomenti profondi, con anche qualche battuta. Mi mancherà tanto. Maria Rosaria Russo: la prima domenica dopo l’arrivo di mio figlio Francesco in Italia, dopo i tre viaggi per l’adozione compiuti a Mosca, eravamo a messa a San Francesco. Verso la benedizione finale, lui parlò di noi, ed annunciò l’arrivo del bambino. Nacque un applauso spontaneo in tutta la chiesa. Capii di aver fatto una cosa meravigliosa e che Dio, tramite don Roberto mi stava vicino, supportando la nostra scelta. Da quel momento crebbe tra lui e mio figlio, un rapporto speciale. Di lui mi mancherà il suo sorriso sempre sincero e le sue parole di conforto. Francesco Carretti: don Roberto non si dimentica. Quando ero piccolo, ogni volta che finiva la messa, io e i miei genitori andavamo
in sagrestia a salutarlo. Era diventata una routine quasi. Dopo il 2015 lo vedevo spesso in piazza, a piedi o in sella alla sua bicicletta. Ci fermavamo a parlare volentieri. Mi chiedeva come procedevano gli studi, quando gli dicevo che non ero sufficiente in matematica o chimica mi consolava dicendo che anche lui non le sopportava come materie. L’ultima volta che lo vidi era metà giugno, ci salutammo da lontano per via della mia fretta. Mi pento di non essermi fermato a parlare con lui, perché ora non lo posso più fare. Mi mancherà la sua presenza di grande conforto, e il suo solito saluto quando ci vedevamo: “Franceschino caro, come stai?”. Grazie di tutto.
Ringraziamo don Roberto per tutto ciò che ha fatto per noi in questi vent’anni di amicizia, pregando per un eterno riposo nella pace del cielo, assieme ai suoi cari amici sacerdoti e ai suoi famigliari.
Che la terra ti sia lieve e il tuo riposo possa essere sereno. Ciao Don Roberto.
Famiglia Carretti-Russo