Insieme in San Giuseppe Artigiano

Accoglienza e condivisione alla festa parrocchiale

Vivere la Chiesa come un’esperienza comunitaria significa avere un’occasione concreta di spendersi per i fratelli, offrendosi agli altri nella preghiera e nel servizio. Con questo spirito la parrocchia di San Giuseppe Artigiano ha realizzato la “sua” festa della comunità dal 3 al 7 luglio. Lungo tutta la prima settimana di luglio si sono susseguiti eventi ispirati alla reciproca conoscenza e accoglienza pur nella diversità dei carismi, rivolti in primo luogo a tutti i parrocchiani e gli abitanti del quartiere. Tutto, a partire dalla progettazione della sagra, è stato pensato per dare alla comunità un momento ampio e concreto di condivisione. È senz’altro difficile rendere a ciascuno il giusto merito per la buona riuscita della sagra 2013, poiché non è un discorso a sé, ma un percorso iniziato tempo fa, anche oltre questo anno pastorale. D’altra parte si tratta di un passaggio, di un gradino grazie al quale raggiungere mete ben più alte.
Al centro di questi pochi giorni di festa Maria, Madre della Chiesa. Una madre vera, la nostra “ultima risorsa” davanti al Signore, così l’ha definita monsignor Francesco Cavina durante l’omelia di sabato 6 luglio, aggiungendo a questo l’immagine, mutuata da un santo, di Maria che levando il suo velo accoglie tutto il mondo in un’aura di benevola luce.
 
Spezzare il pane
La liturgia ha scandito i tempi della festa, riflettendo anch’essa il desiderio di offrire a tutti un momento, un’occasione di vicinanza con gli altri e con Dio. I giovani, le famiglie, gli anziani e gli ammalati: ognuno ha avuto un momento per capire che la comunità non è un semplice spettatore del suo percorso di vita, né un giudice, anzi ne è partecipe essendo sempre alla ricerca del bene dell’altro attraverso la preghiera ed il ri-conoscersi. La processione che ha accompagnato la statua di Maria Madre della Chiesa attraverso il quartiere non ha offerto che questa consapevolezza: siamo una piccola comunità, un piccolo seme di preghiera e di speranza che vive in queste case e in questi palazzi, che conosce quelle persone affacciate a finestre e balconi e in questa conoscenza scopre il desiderio di portare Cristo a quei fratelli. Questa vocazione missionaria era già stata anticipata nella messa di giovedì, giorno in cui la Chiesa ricorda San Bernardino Realino il quale dedicò oltre quarant’anni della sua vita all’educazione dei giovani che accoglieva nel collegio da lui fondato a Lecce.
 
I giovani
A favorire la partecipazione dei giovani della parrocchia sia in senso di presenza e partecipazione sia in senso di progettazione e organizzazione sono stati gli animatori della Pastorale giovanile parrocchiale custodi di un crescente senso di appartenenza alla realtà parrocchiale oltre che alle diverse associazioni. È un esempio questo di lavoro a lungo termine che è iniziato da tempo e che ha offerto anche in questa occasione tante soddisfazioni e alcuni punti su cui migliorare. Tra i frutti del lavoro dei giovani ci sono il torneo di calcetto “Lui&Lei”, la serata musicale “Note in Tenda” e lo spettacolo di varietà “TaleMt. 25”. Tutti e tre gli eventi hanno raggiunto la terza edizione. In particolare il concerto, nominato per l’occasione “Odo Beato”, è stato dedicato a Odoardo Focherini: le band partecipanti hanno prodotto un brano originale ispirato alla vita del neo beato e si sono sfidate sul testo, sulla musica e sulla resa generale del brano. Ha vinto il brano dei Brechet “Divise di ferro” che grazie ad una efficace sequenza di immagini ed una musica coinvolgente ha portato il pubblico a sperimentare una sensazione di precario equilibrio tra i bei ricordi di una tranquilla vita famigliare e le tensioni della guerra, la nostalgia e la paura, il sole delle vallate montane e lo spazio angusto dei nascondigli, la giustizia e il sopruso. Gli altri partecipanti sono stati: Foolish Mind e L’Eco del Bardo, secondi e terzi rispettivamente.