Ha toccato vari argomenti l’intervista a monsignor Francesco Cavina, venerdì 15 marzo, durante il programma mattutino di Tv2000 “Bel tempo si spera” condotto da Lucia Ascione.
A partire dalle parole introduttive della giornalista al Vescovo: “la Chiesa siamo tutti noi. Lei lo ha sempre detto e vuole che il suo gregge lo abbia ben chiaro. Perché? Non è un alibi per dire: se sbaglio non è solo un problema mio?”. “Si deve alla formazione che ho ricevuto – e di questo devo ringraziare il Seminario per l’educazione che ci è stata impartita – ma è stata quasi una necessità – ha risposto monsignor Cavina -. Io ero appena entrato in Diocesi quando, nel 2012, è stata distrutta da un terremoto spaventoso. Non avevamo più chiese, più nulla, quindi si avvertiva la necessità di trovare luoghi dove sentirsi Chiesa. Li abbiamo trovati sotto gli alberi, nei parchi… una sofferenza che ci ha permesso di sentirci un corpo solo. Questo è appunto la Chiesa”. A distanza di quasi sette anni dal “deserto” provocato dal sisma, “resta la percezione che il dolore viene riscattato da una resurrezione. E la resurrezione è che oggi questa Chiesa è viva. Ma non per merito del Vescovo, è grazie ai tanti fedeli che hanno preso consapevolezza che la Chiesa siamo tutti noi. Nel deserto, però, bisogna starci, così come Gesù è stato sulla croce, fidandosi del Padre”.