Eminenza Reverendissima e carissima, Cardinal Gualtiero Bassetti,
di cuore La ringrazio – anche a nome dell’Arcivescovo Erio e non meno di tutti i presenti – per la Sua presidenza nella solennità del Patrono della città e della diocesi di Carpi. Abbiamo la certezza dell’intensità della sua partecipazione per due congiunture che sappiamo aver toccato la sua persona. Oltre venticinque anni fa, Lei iniziò il suo ministero episcopale a Massa Marittima, patria di San Bernardino, anche se poi per estensione fu chiamato «da Siena». Da arcivescovo di Perugia ha vissuto anche lei un pesante terremoto, quello dell’Umbria del 2016, che ha avuto esiti devastanti come il sisma che quattro anni prima aveva colpito l’Emilia.
Anche l’esistenza evangelica del nostro Santo Patrono è stata impegnata in dure lotte non dissimili alle nostre. Bernardino da Siena ha lottato contro le ondate successive di una terribile peste a Siena e ha anche personalmente subito la malattia. Ha usato con originalità l’intelligenza e il cuore contro le confusioni e le ingiustizie della sua epoca, studiando la verità dei rapporti econominci con l’acuto trattato Sui contratti e l’usura, che ne ha fatto un pensatore sociale che la storia non ha potuto dimenticare. Si è confrontato di continuo con innumerevoli rivalità, lotte, guerricciole e inimicizie che è riuscito spesso a spegnere, come si racconta anche nel caso del suo passaggio per Carpi.
La celebrazione di questa sera ci trova ancora impegnati nella ricostruzione post-sisma, in particolare per quanto riguarda non poche delle nostre Chiese parrocchiali. Non abbiamo finito di smaltire il sottile nervosismo di oltre due anni di pandemia. Da tre mesi, inoltre, il rumore fratricida della guerra si è fatto vicino, nella nostra Europa che credevamo ormai immunizzata per sempre.
Cara Eminenza Gualtiero, grazie per aver accettato di essere qui questa sera a pregare con noi e per noi. Siamo a ringraziare il Padre buono, «il Dio della pace», perché il nome di Gesù, che San Bernardino riattizzò in questa città sei secoli or sono, è ancora per molti una fiamma che illumina il cammino e la fonte che ci può dare la forza per donare qualcosa di noi stessi. Mentre preghiamo con Lei, ci confortano e ci commuovono profondamente le parole di Gesù, che tante volte hanno risuonato sulla bocca del nostro Patrono: «Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò» (Gv 14,13).