Nella sera di mercoledì 27 marzo a Quartirolo la chiesa era gremita di fedeli e sacerdoti convenuti per partecipare alla Messa Crismale, momento fondamentale della Settimana Santa perché di fatto apre, con una celebrazione diocesana in cui vengono benedetti gli oli sacri , il cammino del Triduo Pasquale che ogni comunità celebrerà nella propria chiesa, riunita intorno al proprio sacerdote. “E’ un evento – ha osservato infatti monsignor Francesco Cavina nell’omelia – che allieta e ravviva la Chiesa di Carpi perché manifesta l’unità e il servizio del sacerdozio ministeriale”. Come da tradizione, sono stati ricordati i sacerdoti dei quali nel 2013 ricorre l’anniversario di ordinazione: si tratta di don Ivo Silingardi, don Benito Poltronieri, don Germain Kitcho e don Antonio Dotti che festeggiano rispettivamente il 70°, il 60°, il 25° ed il 10° anno di ministero presbiterale. “La presenza e la testimonianza di questi nostri fratelli – ha commentato il Vescovo – ci porta ad elevare il nostro commosso e gioioso ringraziamento al Signore per il loro servizio”.
“La Chiesa, con la repentina elezione di Papa Francesco, dopo la rinuncia al Sommo Pontificato di Benedetto XVI, è stata capace di sbalordire il mondo – e forse anche noi – per la vitalità e la capacità di rigenerarsi e di riemergere dalle sue difficoltà. Abbiamo potuto toccare quasi con mano che lo Spirito Santo continua ad operare prodigi inaspettati e a fecondare con la sua grazia il Popolo di Dio”, ha affermato monsignor Cavina, la cui riflessione si è poi concentrata sull’identità e sul ruolo dei sacerdoti.
“Siamo ontologicamente dipendenti da Cristo. Staccarci da Lui significa cadere nel nulla della nostra personalità e del nostro ministero. La nostra comunione vitale con Cristo non può risolversi ad effimeri fervori o a vaghi sentimentalismi. Al contrario esige da noi una spiritualità seria, profonda, impegnata. Il Signore ci chiama ad essere gli uomini della preghiera”.
Alla preghiera, poi, deve congiungersi, come sua naturale conseguenza e sua riprova di autenticità, “il servizio e l’amore dei fratelli che si esprime nell’annuncio della Parola, nell’amministrazione dei sacramenti, nella dedizione generosa e totale di sé agli altri. Saremo realmente servi di Cristo – ha osservato monsignor Cavina – solo nella misura in cui serviremo la Chiesa […]. Diversamente, corriamo il rischio di divenire semplicemente i ‘ministri’ del culto, i funzionari del sacro, spesso delusi e rancorosi, degradando, così, il nostro sacerdozio ad una desolata ed ambigua funzione sociale e svilendolo ai nostri occhi ed agli occhi degli uomini”.
Al termine, il ringraziamento sentito ai sacerdoti: “Cari fratelli vi ringrazio per la vostra fedeltà, per il vostro zelo e per l’attaccamento alla vostra gente. Pur vivendo, in molti casi, in situazioni disagiate ed al limite della sopravvivenza pastorale siete rimasti al vostro posto come la sentinella pronta ad annunciare il nuovo giorno, che sicuramente verrà. La nostra fatica non è vana nel Signore. La nostra umile dedizione costituisce un servizio fedele e prezioso per questo popolo di Dio! Chiediamo al Signore – ha concluso il Vescovo – che rinnovi l’ardore dei nostri giovani anni, anche se fatto più maturo e sofferto, e ci dia la gioia e la forza di continuare a vivere la Parola ed il Sacramento in questa nostra amata Chiesa locale di Carpi”.