Martedì 2 luglio, la Migrantes di Carpi, guidata dal direttore Stefano Croci, ha incontrato Papa Francesco portandogli in dono la prima copia della ristampa di “Io e i miei piedi nudi”, il libro scritto da Giulia Bassoli e Ebrima Kuyateh
Porta del Perugino, Roma, riparati in un po’ di ombra, siamo in attesa di don Mattia Ferrari. Quando la Fondazione Migrantes, solo poche settimane fa, ha deciso di sostenere la prima ristampa di “Io e i miei piedi nudi”, il libro che abbiamo pubblicato nel 2021 e che racconta la storia del viaggio di Ebrima dal Gambia all’Italia, non immaginavamo che la prima copia l’avremmo donata personalmente a Papa Francesco. Poi la telefonata di don Mattia, sabato sera: “Ebrima, martedì il Papa ti aspetta a casa sua”.
Insieme a noi, a don Mattia e altri volontari impegnati nell’accoglienza dei migranti, ci sono Luca Casarini, capo missione della Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans, Ibrahima Lo, autore di “Pane e acqua”, e Pato, che aveva già incontrato il Papa dopo che era circolata sui media la foto tragica dei corpi di sua moglie e sua figlia nel deserto.
Mentre aspettiamo l’arrivo del Papa, abbiamo modo di conoscerci, di scambiare esperienze. Siamo tutti emozionati per il gran privilegio di essere lì, e soprattutto di essere insieme. Il Santo Padre ascolta le storie di Ibrahima e di Ebrima, ascolta e tocca dal vivo le ferite che gli vengono mostrate e accoglie anche quelle nascoste, quelle dell’anima, quelle più pericolose, come ci dice, perché se non si rimarginano portano rabbia e vendetta. E invece, ci dice più volte Francesco, bisogna sempre andare e guardare avanti. Come sta facendo Pato, che durante il primo incontro era venuto dal Papa piangendo, mentre ora, ci dice, è felice, non vuole più piangere.
Prima delle foto e dei saluti finali, c’è tempo per un Padre Nostro, recitato con semplicità, cattolici e musulmani vicini, in una fraternità che non ha paura delle differenze.
Un regalo, quello di martedì 2 luglio. Ma anche il monito a continuare a impegnarsi e a lavorare per
costruire un’accoglienza reale, fatta di storie e di persone. Perché, come ha detto Luca Casarini durante l’incontro, “noi li soccorriamo, ma loro ci salvano”.
Ebrima Kuyateh, Giulia Bassoli – Autori del libro “Io e i miei piedi nudi”