Nel tardo pomeriggio di domenica 23 giugno il Vescovo monsignor Francesco Cavina ha impartito la benedizione solenne alla nuova chiesa di Rovereto sulla Secchia. Una struttura in cui, già da un mese – per la precisione dal 19 maggio, a meno di un anno dal terremoto – i parrocchiani si riuniscono per celebrare l’Eucaristia. Prima della cerimonia è stato dedicato un momento ad alcuni interventi. Nel primo, il parroco don Andrea Zuarri ha voluto dare a tutti il benvenuto nella nuova chiesa “donata dalla Provvidenza”, ringraziando il Signore per quella fedeltà che mai lascia soli noi, suoi figli. Ha inoltre menzionato i principali benefattori: la parrocchia di Cognola di Trento, la Caritas diocesana di Milano, la Comunità di Sant’Egidio, la società Intesy di Desio e il compianto don Ivan Martini, il cui lascito in favore della Diocesi ha coperto metà della spesa. La presenza di don Ivan, che “continua ad operare fra noi” è stata tangibilmente simboleggiata dal calice della sua prima Messa, collocato sull’altare. A seguire ha portato il saluto dell’amministrazione comunale il vicesindaco di Novi, Italo Malagola, evidenziando il costante impegno di tutti per rimarginare le vaste piaghe prodotte dal sisma.
Alessandro Chiesa della Comunità di Sant’Egidio ha poi voluto sottolineare l’importanza del luogo di culto come spazio in cui la comunità si ritrova unita, poiché, come recitano le Scritture, “non è bene che l’uomo sia solo” (Gn 2,18). Da parte sua Mariella Bonzanini, rappresentante della parrocchia di Cognola, ha riportato il messaggio del parroco don Romano Caset. Questi ha ricordato con gratitudine le molte visite reciproche, esprimendo il desiderio che le due comunità possano proseguire un cammino di fratellanza nel Signore, e citando Benedetto XVI: “ci può essere la paura, l’angoscia, ma soprattutto la certezza che Dio è con noi”. Da ultimo, prima della benedizione, l’architetto Pier Francesco Baravelli dello Studio Siteco di Rovereto di Trento ha illustrato le linee fondamentali del progetto.
Dopo la lettura del Salmo 127, monsignor Cavina ha osservato come la Parola di Dio ci ricordi che “il vero progresso dell’uomo è quello in cui l’uomo può trovare se stesso; la propria elevazione umana e spirituale. E poiché l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio, rinnegando Dio rinneghiamo noi stessi”. Come si legge nella Scrittura, diventiamo noi stessi vanità se seguiamo ciò che è vano, se rinneghiamo e dimentichiamo il Signore. Smarriamo noi stessi, “e il fine per il quale siamo stati creati, che è la vita eterna”. Ecco allora l’importanza della nuova chiesa, che è “qui a ricordarci che se il Signore non viene accolto nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nel paese di Rovereto, tutto diventa inutile”. La comunità roveretana ha dunque d’ora in poi “un luogo per ascoltare la Parola del Signore, per godere della presenza di Cristo, per celebrare i Sacramenti”; un luogo che le “permette di ricordare la propria appartenenza alla Chiesa di Cristo”. Monsignor Cavina ha così voluto fare eco al discorso che Benedetto XVI pronunciò esattamente un anno fa a Rovereto, per annunciare che proprio con la benedizione della nuova chiesa, grazie al contributo di molti benefattori, le parole del Papa, “non siete e non sarete soli”, hanno trovato una concreta realizzazione.