LO STILE CRISTANO OGGI
11Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. 12Quand ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. 13Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. 14Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo (Gv 17,11-14).
Il brano presenta il dinamismo dell’essere discepoli, lo stile del vivere cristiano, descritto da questo inserimento nel mondo (incarnazione): essere nel mondo, ma al tempo stesso di non appartenenza al mondo (trascendenza): non essere del mondo. E’ il nuovo umanesimo che il convengo di Firenze (9-13 nov. 2015) approfondirà; un umanesimo, come l’ha descritto Giorgio Campanini, in questi giorni su Avvenire[1], “aperto al mondo e nello stesso tempo non immemore della Trascendenza”.