Mercoledì 20 dicembre, alle 21, in Cattedrale a Carpi, incontro guidato dal biblista e Vicario Generale della Diocesi di Carpi Mons. Gildo Manicardi in preparazione al Natale, promosso dal Laboratorio Teologico Realino nell’ambito del modulo diocesano “Percorso spirituale con l’evangelista Marco” Cattedrale di Carpi
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Marco 1: il racconto di una vita e di un dialogo
Marco il primo Evangelista
Marco ha rappresentato una novità interessante rispetto all’annuncio della salvezza dato in precedenza, come lo conosciamo – per esempio – attraverso l’Apostolo Paolo. Paolo parte dal kerygma e ne deriva le conseguenze teologiche e morali del Vangelo. Per esempio: la teoria della giustificazione per fede, l’idea che siamo liberi dalla legge, ecc. Marco invece racconta la vita di Gesù e la rende trasparenza del vangelo.
In vangelo come narrazione
Un vangelo che è il racconto dell’esistenza di Gesù, nella sequenza: ministero di Giovanni Battista, annuncio del regno di Dio, dall’attività in Galilea (esorcismi, prodigi e parabole), svolta a Cesarea di Filippo, salita a Gerusalemme, ministero nel tempio, ultimo discorso ai primi quattro discepoli, passione-morte, la scoperta della tomba vuota, annuncio che «Gesù il Nazareno il crocifisso» è risorto e che è possibile riprendere la sequela.
Ascoltare Gesù è entrare nel suo stile di vita e in una spiritualità
Ascoltare Gesù non è scegliere un’impostazione morale, ma entrare nel suo stile di vita. Ascoltare Gesù è una spiritualità: non è far qualcosa ma scegliere di non essere “cosificati” e materialisti, ma aperti al Padre dei cieli.
Una narrazione che testimonia una relazione e dialogo
L’esistenza di Gesù non è soltanto fatti e parole, ma soprattutto relazione e dialogo di un Padre con il Figlio e del Figlio con Dio Padre. Abbiamo un Dio che parla di un «Figlio» e ne svela via via il segreto e un «Figlio» che parla con Dio che lo sconvolge senza perdere fiducia in lui.
«Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via» (Mc 1,2).
«Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”». (Mc 15,33s).
La storia moderna dello studio di Marco
1835 ca. Il vangelo più antico,
1901 Il vangelo del segreto messianico,
1030 ca. Il vangelo delle epifanie segrete
Marco 2: il regno di Dio si è fatto vicino
L’annuncio iniziale
«Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio si è fatto vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”» (1,14s). Si comincia su uno sfondo davvero debole: Gesù annuncia che il regno/governo di Dio è vicino proprio mentre il suo grande profeta viene messo in carcere.
Il regno di Dio riguarda il tempo, non soltanto l’eternità. Non si deve però confondere il regno di Dio semplicemente con il paradiso. Gesù parla di un governo di Dio che si fa a noi più vicino proprio qui sulla terra adesso perché Gesù è venuto. Per questo è necessario convertirsi e cambiare mentalità (non semplicemente stare lontani dai peccati) e credere nel vangelo. Il rd è chiamato pure la vita, cf. «entrare nella vita», ereditare la vita eterna».
La fede nel regno di Dio richiede scelte radicali e drammatiche
– Meglio zoppi e guerci nel Regno che integri fuori: «E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna» (9,45-48).
Il regno di Dio precede anche appartenenze anonime
– Il caso dell’esorcista non discepolo: «Giovanni gli disse: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva”. Ma Gesù disse: “Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi”» (9,38-20)
– lo scriba che lo interroga sul primo dei comandamenti: «Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”» (12,34).
Marco 3: uomini e donne coinvolti nella vicinanza del regno di Dio
Il cammino di Gesù rende presente Dio nel mondo. Il Padre gli traccia la strada (1,2), ma Gesù vuole percorrerla con gli uomini e le donne da lui chiamati alla comunione con lui e a partecipare all’impresa del Regno di Dio da lui messa in moto.
I «pescatori di uomini»
Le coppie di fratelli: «Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono » (1,16-18).
- Gesù non accoglie discepoli che lo scelgono per la sua bravura e professionalità, ma chiama a seguirlo solo gente chi sceglie lui.
- Il discepolo deve camminare con lui, come lui e dietro a lui e della sequela fa parte anche il lasciare tutto, come dirà al ricco che voleva fare di tutto ed essere perfetto (cf. 10,17ss).
- Non pastori, ma pescatori di uomini. L’immagine classica del pastore appare piuttosto in connessione con i ministeri e ha il modello in Gesù il pastore che da la vita per le pecore …
- Alla sequela sono chiamanti anche dei peccatori come Levi/Matteo (2,14).
- Non ci sono vocazioni di donne, nemmeno di Maria Maddalena: perché? Attenzione: non sono ammesse conclusioni affrettate! Di fatto Gesù accetta che ci siano donne al suo seguito in itineranza con lui, una cosa davvero non idonea allo stile dei giudei del tempo.
La casa degli amici
I suoi discepoli diventano uno spazio decisivo per l’incontro con Gesù.
– La casa di Simone, a Cafarnao tutta la città era riunita davanti alla porta di Simone (1,32-34).
– La casa di Levi: «Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: “Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?” Udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”» (2,15ss).
Donne incontrate lungo il cammino
Gesù ha incontrato tante persone: malati, poveri, indemoniati, persone che lo interrogavano. Alcune donne hanno grande autonomia nei suoi confronti e lo spingono oltre quanto pensava.
– La donna con perdite di sangue: «Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni … udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: “Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata”. E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: “Chi ha toccato le mie vesti?”. I suoi discepoli gli dissero: “Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: Chi mi ha toccato?”. Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità … » (5,25ss).
– La donna sirofenicia: «Ed egli le rispondeva: “Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. Ma lei gli replicò: “Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli”. Allora le disse: “Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia”» (7,24ss).
– La donna dell’unzione a Betania: «Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono … Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto» (14,3-9).
Il naufragio catastrofico della sequela prima della pasqua
Uno dei dati troppo poco osservati dai lettori è che il discepolato di Gesù naufragò clamorosamente nella vicenda della passione. Marco lo osserva con crudezza raccontando anche l’episodio del neanískos nudo: «Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo (neanískos), che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo» (14,50-53); cf. per contrasto il neanískos di cui si parla in 16,5!
Un ponte inatteso
La possibilità di una continuità tra prima e dopo di pasqua è offerta dalle donne presenti alla morte, alla sepoltura e la mattina di Pasqua. 15,40s: «Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme». 15,47: «Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto». 16,1s: «Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole».
Marco 4: quale forza sostiene la nostra “sequela”?
Forse il dato più drammatico ci Marco è che la sequela storica non ha funzionato. Il cammino reale di Gesù è riuscito a entusiasmare i discepoli solo fino a un certo punto … L’idea che Gesù fosse il Cristo/Messia è passata: cf. la cosiddetta confessione (di fede) di Pietro a Cesara di Filippo (8,29), ma l’insegnamento di Gesù sul Figlio dell’Uomo pare sia rimasto non assimilato. L’identificazione di Gesù con questa figura era però molto complessa e richiedeva differenziazioni.
La figura di «uno simile a figlio d’uomo» nel libro apocalittico di Daniele
Nel libro apocalittico di Daniele abbiamo la figura letteraria di «uno simile a figlio d’uomo» che preannuncia «il Figlio dell’uomo», figura reale in gran parte diversa, con cui Gesù si identifica.
La visione del cap 7 del libro apocalittico di Daniele presenta «uno simile a figlio d’uomo» che non è un uomo come non lo sono le precedenti «quattro grandi bestie», che salgono dal mare:
… La prima era simile a un leone e aveva ali di aquila …
ecco una seconda bestia, simile a un orso … eccone un’altra simile a un leopardo …
stavo ancora guardando nelle visioni notturne, ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d’una forza straordinaria, con grandi denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava …
… Io continuavo a guardare, quand’ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente.
… Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
14Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto …
Gesù si “identifica” con il Figlio dell’uomo
Gesù si “identifica” con il Figlio dell’uomo in punti decisivi del suo ministero, al tempo stesso distinguendosi e correggendo la figura del simile al figlIo d’uomo.
– il paralitico: il giudizio legato al Figlio dell’uomo non sarà solo negli ultimi tempi ma si esercita già adesso nel perdono dei peccati: «Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua» (2,10s).
– L’insegnamento ai discepoli che hanno riconosciuto il Messia (8,31).
– Il paradigma del servizio e dell’ultimo posto: «Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (10,45).
La risurrezione e la sequela dei discepoli
Il racconto del sepolcro vuoto Mc 16,1-8 (finale autentica)
– I tre momenti dell’episodio: > verso il sepolcro > dento il sepolcro > via dal sepolcro
– Le parole alle donne: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso.
È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto» (16,6).
– Il mandato per i discepoli: «Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro:
“Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”» (16,7).
Finalmente superata la cecità
Cosa promette la previsione «Là lo vedrete à 1 avrete un’apparizione? à 2 lo incontrerete alla sua parusia? à 3 oppure: finalmente lo riconoscerete fino in fondo superando la vostra attuale cecità …
- Il mistero del regno di Dio donato ai discepoli e la cecità degli estranei
«A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato» (4,11s).
- … ma i discepoli se accolgono il mistero del regno di Dio restano altrettanto ciechi
- «E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito» (6,51s).
- «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite?» (8,17s).
La grande visione del Vangelo secondo Marco (da scrutare nelle domeniche 2023-24)
Qual è la visione grande che il Vangelo secondo Marco ci offre? I “quantitatisti” potrebbero lamentare che Marco non contiene le beatitudini, il Padre nostro, il giudizio delle pecore e delle capre – come Matteo – oppure le parabole del buon samaritano o del padre dei due figli incapaci di capirlo (detta comunemente del figlio prodigo) come Luca …….
Marco ci insegna, con energia impareggiabile, che Gesù non è venuto a insegnare una morale superiore o la vera etica. Gesù è venuto a riavviare il moto del regno di Dio e lo ha fatto venire a noi vicino. Lo ha reso presente nel suo «cammino» e ha chiamato noi a convertirci al Vangelo di Dio, credendo in questo processo e accettando di diventane parte decisiva. Non dimentichiamo la grande sfida che Gesù ci ha lanciato con la proposta quasi incredibile di essere «pescatori di uomini».
Exercitia evangelica
— … proposti al fine di «vincere sé stessi», ascoltare la Parola e per porre più ordine nella propria vita spirituale.
— … pensati come accompagnamento nel corso dell’anno domenicale del Vangelo secondo Marco. Possono essere vissuti da soli personalmente, o in dialogo con un amico/a, o in piccoli gruppi o in associazione … Occorre distenderli in diversi giorni (almeno quattro) … Alcune domande possono essere ripetute molto utilmente a distanza di qualche mese. Sono pensati in relazione alle quattro parti degli appunti precedenti.
Esercizio 1: ma io, ci credo davvero al regno di Dio?
- Scegli i tre più importanti racconti di Marco che tu ricordi.
- Cercali nel Vangelo, rileggili e assegna il primo, il secondo e il terzo posto secondo te.
- Cerca di scoprire perché hai fatto questa classifica … Marco sarebbe d’accordo con te?
Esercizio 2: ma io, ci credo davvero al regno di Dio?
- Cosa pensi del Regno di Dio nel mondo di oggi? C’è davvero un governo di Dio attivo tra la nostra umanità o è soltanto un’immaginazione arcaica e pia, illusoria e inconcludente? Cosa trovi nel Vangelo secondo Marco che ti aiuta a credere e a sperare Regno di Dio?
- Per te il Padre nostro è un formulario che ritma la tua preghiera, evitando di “tirar fuori” quello che senti, pensi e che chiedi, oppure davvero chiedi a Dio Padre «venga il tuo regno?
- Cosa pensi che Marco potrebbe dirti a nome di Gesù: «non sei lontano dal regno di Dio», oppure «vai con passo sicuro in tutt’altra direzione», oppure «il regno di Dio sta crescendo in te»? Scegli la tua riposta senza pessimismi: il pessimismo non viene mai da Gesù …
Esercizio 3: simpatizzanti, followers di Gesù e coinvolti nel regno di Dio
- Certamente hai dei buoni sentimenti nei riguardi di Gesù e ti senti suo amico. Sei entrato, però, anche nella prospettiva del regno di Dio? Forse non è la stessa cosa: ricorda che la sequela storica dei primi discepoli non riuscì a giungere a una completa profondità e quindi fallì …
- Cosa pensi della sequela di Gesù oggi? In che modo possono essere «discepoli dell’essersi fatto vicino del regno di Dio» (e non solo dei simpatizzanti o followers di Gesù di Nazaret) uomini e donne che vivono le possibilità di crescita e le drammatiche lacerazioni di una società complessa, plurietnica, plurireligiosa, multiculturale … pensa ai dubbi impegnativi sul futuro dell’Intelligenza artificiale, sui terremoti nei campi della sessualità e dell’affettività, sul significato dei ruoli e delle vocazioni …
- Da dove partire per rilanciare davvero, e non solo a parole, il Vangelo?
Esercizio 4: a tavola con Gesù o alla sua sequela
- Perché il Vangelo secondo Marco rinuncia a mostrare Gesù risorto a tavola con i discepoli o Gesù risorto che invia i suoi e tutte le genti?
- Chiediti con franchezza: da dove può venire la forza sicura perché la presenza del vangelo si realizzi anche nel mondo d’oggi e nella nostra cultura?
- L’unica risposta è: da Gesù risorto. Ma Gesù risorto è presente solo se qualcuno accetta il suo «precedere» e, quindi si mette a seguirlo, per essere suo vero discepolo.
- Domanda politicamente scorretta: quanto della tua vita è sequela? E quanto della tua sequela è vangelo?
- Oseresti definirti un «pescatore di uomini»? Senza pescatori di uomini non c’è regno di Dio, ma solo una finta Chiesa …