Da Aleppo continuano ad arrivare notizie drammatiche come la distruzione dell’unico ospedale pediatrico ancora attivo. Di questa gravissima situazione è testimone monsignor Antoine Audo, il vescovo dei Caldei della città siriana, dove egli stesso è nato, ospite a Carpi il 27 aprile scorso. “Sono ammirato e grato per la vostra accoglienza. E’ un segno della comunione della Chiesa universale, unita nel sacrificio di Cristo”, ha affermato al termine della sua giornata carpigiana, faticosa ma ricca di incontri significativi, accompagnato dal presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre, Alessandro Monteduro. Ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, ai diaconi e ai rappresentanti delle associazioni laicali il Vescovo di Aleppo si è quasi confidato, condividendo la prova a cui è sottoposto un Pastore davanti alle sofferenze del suo popolo, con l’amarezza di perdere ogni giorno membri della comunità che scelgono di lasciare il paese. “Ho l’obbligo di guardare avanti, di preparare un futuro per questa comunità, non è possibile pensare che millenni di presenza del cristianesimo possano scomparire”, è questo il senso del suo impegno, dei suoi appelli alla pace. Ricevuto poi nell’aula consigliare dal sindaco Alberto Bellelli e dalle autorità politiche e militari monsignor Audo ha dettato una magistrale lezione sugli scenari che si intrecciano in Medio Oriente e in Siria in particolare. Toccando il tema dei profughi ha ricordato che questo non può essere il problema ma è la conseguenza della guerra quindi occorre prima di tutto riportare la pace in Siria e negli altri Paesi dell’area per fermare l’esodo verso l’Europa. Monsignor Francesco Cavina, nei suoi interventi, in particolare quello nella sede comunale, ha confermato la drammaticità della situazione alla luce della sua visita ai campi profughi di Erbil in Kurdistan, impreziosita anche da riflessioni a caldo trascritte in un diario. E’ il rapporto con l’Islam che secondo Cavina andrebbe rivisto, al di là delle buone relazioni che si possono intrattenere a livello personale e locale, è il sistema socio-politico strettamente collegato alla religione che condiziona fortemente la possibilità di un cambiamento. Temi di grande spessore che meriterebbero ulteriori approfondimenti. La sorpresa è poi arrivata alla sera quando nella chiesa di Quartirolo davvero in tanti hanno voluto essere presenti e attestare vicinanza e solidarietà al Vescovo e alla comunità cristiana di Aleppo e di tutta la Siria. Così anche per la cena perfettamente organizzata dal Centro Missionario e dai volontari della Parrocchia di Quartirolo che ha registrato il tutto esaurito con la presenza di numerosi giovani. Visibilmente soddisfatto per l’intensità della partecipazione della comunità diocesana monsignor Cavina ha chiesto che questa attenzione ai cristiani del Medio Oriente non resti l’episodio di una giornata ma continui nel tempo anche grazie alla collaborazione tra le varie realtà della Diocesi.