Carpi, Cattedrale

Omelia nella Messa del Giorno di Natale

Lunedì 25 dicembre 2023, ore 10.45

E. Rev.ma Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi
(Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18)

“Veniva nel mondo la luce vera la luce vera”. Evidentemente San Giovanni insinua che ci sono delle luci false nel mondo. In queste settimane ci colpiscono le luci false della guerra, i bagliori delle armi da fuoco, lo scoppiare delle bombe, di razzi, i missili… Sono luci false perché portano morte, perché segnalano l’esplosione dell’odio, noi sappiamo che nel mondo vi sono decine di guerre e che queste false luci continuamente rischiarano il cielo, segnalando quanto odio ci sia nel cuore dell’uomo, quanta fatica nell’accogliere l’altro. Queste false luci sembra a volte che non ci riguardino, siamo certo bombardati dai mezzi di comunicazione con le immagini delle guerre, però noi non sentiamo le sirene degli allarmi non avvertiamo lo scoppio delle case. Eppure, le false luci della guerra spesso le viviamo anche tra noi, nelle nostre relazioni, usando, ad esempio, le parole come sassi o come bombe per colpire anziché edificare.

Gesù è venuto a contrastare questa falsa luce della guerra, le false luci delle bombe e delle parole che esplodono.
Ci sono poi altre false luci nel mondo. Quelle della ribalta, dei teatri che, quando rappresentano opere d’arte sono un contributo alla crescita della civiltà quando diventano la metafora dell’agire sociale, l’esibirsi, il mostrarsi, l’apparire allora tradiscono la vocazione umana. Le luci della ribalta spesso ingannano fanno credere ciò che non è, e portano alcune persone, o forse tutti noi, in certi momenti della nostra vita a imporci per ciò che vorremmo sembrare. La nostra civiltà è stata definita da alcuni la civiltà dell’apparenza, la civiltà del teatro. Già il grande Shakespeare, più di quattro secoli, fa giocava con questa immagine: il teatro a forma di mondo e il mondo come un grande teatro.

Gesù è venuto a contrastare le false luci dell’ipocrisia e dell’apparire, è venuto a richiamare l’essere.
Ci sono poi i luccichii dell’oro, dei gioielli sono le false luci dell’avere che tante volte ci conquistano. È ormai un luogo comune parlare del Natale consumistico ma potrebbe essere la rappresentazione in realtà di un certo modo di intendere la vita, un modo che si basa sul modello economico del profitto. Allora c’è chi imposta le relazioni pensando quanto si può guadagnare, c’è chi imposta i propri rapporti sociali e politici, a volte anche ecclesiali, sulla base della possibilità di ricavare notorietà, potere, fama e spesso anche denaro. Sono i falsi luccichii delle ricchezze che sono buone quando le usiamo al nostro servizio diventano cattive quando noi ci mettiamo al loro servizio. Le ricchezze sono ottime serve ma un cattivo padrone.
Gesù è venuto a contrastare anche questo modo di intendere la vita come se l’avere fosse al di sopra di tutto.

Dunque “veniva nel mondo la luce vera”. Quale è allora questa “luce vera”, la luce di questa verità che da adulto dirà di se stesso “io sono la verità”. Non è la luce di un’idea, non è una bella intuizione, non è la lampadina del cervello che si accende davanti ad una scoperta. L’abbiamo qui davanti la “luce vera”: è un pugno di carne. Il “Verbo si è fatto carne”, continua Giovanni, la luce è entrata nel mondo attraverso il corpo debole di un neonato, è entrata addirittura attraverso una porta irriconoscibile, la porta di una stalla. È una strana luce questa, non ha niente a che fare con i bagliori delle armi e delle bombe che esplodono e illuminano il cielo tragicamente, non ha niente a che fare con le luci della ribalta, con i fari dei teatri che mettono in risalto chi recita, non ha nulla a che vedere con il luccichio dell’oro e delle pietre preziose aveva solo il fieno che lo circondava. È lo stile di Dio, la “luce vera” è la luce del neonato, la “luce vera” passa attraverso la carne, passa attraverso le relazioni. Alla luce vera possiamo dare un nome si chiama Amore e l’Amore passa attraverso le relazioni, l’Amore è ben significato dal corpo del neonato che, quando viene al mondo, attrae attorno a sé tutti coloro che lo attendevano e suscita tenerezza, spegne il desiderio di contesa alimenta il desiderio di amare, stringe di più i legami fra coloro che sono attorno alla sua culla. Questa è la “luce vera”, la luce dell’Amore e questa è la vera risposta a tutte le guerre, a tutte le forme di apparenza, a tutte le brame di ricchezza: la luce dell’Amore sembra perdente perché cos’è un neonato di fronte al potere delle guerre, di fronte all’imporsi di chi può apparire di fronte alla forza delle ricchezze? Non è nulla; eppure, è tutto perché queste false luci sono destinate alla tenebra, procurano morte se diventano i nostri padroni. Questa “luce vera” invece come un bimbo è destinata a crescere, procura vita per chi lo accoglie. Ringraziamo il Signore perché continua a donarci la luce vera della sua presenza, della sua carne e questo ci conforta e ci dà speranza.