Presentato il nuovo cantorale di base per la Diocesi

Ad una voce sola


In occasione della Messa del Crisma il Vescovo Elio ha consegnato alla sua Chiesa uno strumento atteso e desiderato: il nuovo cantorale diocesano di base.


 


Quale sia l’utilità di questo strumento lo si intuisce meglio leggendo alcune parole di Sant’Agostino: «’Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell’assemblea dei fedeli’ (Salmo 149,1). Siamo stati esortati a cantare al Signore un canto nuovo. L’uomo nuovo conosce il canto nuovo. Il cantare è segno di letizia e, se consideriamo la cosa più attentamente, anche espressione di amore. Colui dunque che sa amare la vita nuova, sa cantare anche il canto, nuovo.


 


Che cosa sia questa vita nuova, dobbiamo saperlo in vista del canto nuovo. Infatti tutto appartiene a un solo regno: l’uomo nuovo, il canto nuovo, il Testamento nuovo. Perciò l’uomo nuovo canterà il canto nuovo e apparterrà al Testamento nuovo.


 


O fratelli, o figli, o popolo cristiano, o santa e celeste stirpe, o rigenerati in Cristo, o creature di un mondo divino, ascoltate me, anzi per mezzo mio: ‘Cantate al Signore un canto nuovo’» .


 


Lo scopo della pubblicazione di questo nuovo cantorale diocesano di base non è quello di stabilire un’esclusività inappellabile, che avrebbe come effetto di rendere illegittimo l’utilizzo di qualsiasi altro canto, ma è quello di segnalare e di rendere accessibili canti di un certo valore, quanto a testo, musica e pertinenza rituale. Un certo numero di essi rischierebbe altrimenti di rimanere ignoto o sottovalutato. Una gran parte, invece, ha già dato buona prova ed è confermata.


 


Con queste parole il vescovo e dottore Agostino invitava i suoi fratelli e figli cristiani a riconoscere quale sia la radice vera del canto liturgico. Non una questione di stile o di estetica ma, piuttosto, la sostanza della vita stessa: essere rigenerati in Cristo Signore, essere creature nuove, uno in Cristo.


E’ esperienza documentabile come troppo spesso si scelgano, per celebrare la liturgia, canti che sono privi di uno o di tutti i caratteri fondamentali del canto nuovo: validità teologica dei testi, buona qualità linguistica e musicale, cantabilità effettiva da parte di un’assemblea media e, soprattutto, reale pertinenza rituale.


I canti del nuovo cantorale diocesano, invece, si avvicinano a questi valori ed è per questo che sono stati selezionati. Ciò non significa affatto che anche altri canti, oggi (e domani) in circolazione, non siano dotati di qualità analoghe, in maggiore o minor misura: essi perciò non vanno affatto considerati d’ora in poi come superati o esclusi.


 


La pubblicazione del cantorale diocesano di base dovrebbe persuadere tutti gli animatori musicali, in qualsiasi genere di assemblea liturgica, ad adottare nella scelta pratica dei canti i medesimi criteri che hanno ispirato questa raccolta, per celebrare la gioia del Signore Risorto con verità e bellezza. Ma nono solo. Esso potrebbe divenire strumento utile per cantare il canto nuovo che apre il cuore dei fedeli e li rende capaci di ascoltare e rispondere al dono dell’esistenza nuova in Cristo Risorto.


 


                                                                                                                                          d. L. B.