Mercoledì 5 marzo, nella chiesa di San Bernardino Realino a Carpi, il Vescovo monsignor Francesco Cavina ha presieduto la Santa Messa con il suggestivo rito dell’imposizione delle Ceneri che ha dato il via, come in ogni anno liturgico, al tempo di Quaresima. Un periodo che, come ha sottolineato monsignor Cavina nell’omelia, è divenuto sinonimo di penitenza, parola che deve essere tuttavia inserita nel contesto della rivelazione biblica per evitare il rischio di deformare il messaggio evangelico. “L’uomo che ha piena consapevolezza di sé – ha affermato – si scopre spiritualmente e moralmente malato e interiormente diviso in quanto spesso opera scelte contrarie alla sua volontà. Per vincere questa ‘malattia’ dello spirito è necessaria la ‘conversione’, cioè un cambiamento che chiamiamo penitenza, la quale predispone alla fede e alla grazia, ed esige dall’uomo volontà, lotta, perseveranza, impegno per individuare e rimuovere gli ostacoli che impediscono di fare emerge il bello, il buono ed il vero che è in noi”.
La penitenza assume un duplice indirizzo, ha osservato il Vescovo. Il primo “sacramentale”, come “partecipazione al sacramento della Confessione che è nello stesso tempo abbandono alla misericordia di Dio ed evento di guarigione spirituale e di santificazione, che ci aiuta a riscoprire il progetto di bene di Dio sulla nostra vita di cristiani”.
Il secondo indirizzo è “morale” ed è rappresentato appunto “dall’imposizione della cenere sul nostro capo che ricorda la fragilità della condizione umana e quanto illusoria sia la pretesa di fondare la vita personale, sociale e politica partendo da una visione puramente materialista ed egoista dell’esistenza. E’ possibile spezzare questa mentalità solo se poniamo il Signore Gesù al centro della nostra esistenza e da Lui ci lasciamo educare al vero amore”.
Ecco allora nel tempo di Quaresima il richiamo della Chiesa “a fare una seria revisione della propria vita cristiana per andare oltre la superficialità, l’ignoranza e l’effimero e aprirsi alla grazia di Dio, per giungere a celebrare degnamente la festa di Pasqua. Una revisione – ha concluso il Vescovo – che trova i suoi punti di riferimento nella confessione sacramentale, nella preghiera e nella carità fraterna”.