Cosa c’è di più bello e appagante del tempo trascorso con gli amici? Quanto è mancato l’incontro tra le persone nel tempo della pandemia? Quali traumi ha lasciato l’isolamento forzato e la privazione della convivialità? Sono interrogativi ai quali anche la scienza ora sta cercando di dare una risposta perché se si sta facendo di tutto per ripristinare la “normalità” non bisogna dimenticare l’insegnamento di cui far tesoro come ci ha ricordato Papa Francesco: “peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”. A questo devono aver pensato i responsabili dell’Organizzazione di Volontariato Ho Avuto Sete quando per celebrare i dieci anni di attività si sono posti l’obiettivo di realizzare, accanto alla loro mission principale che è la costruzione di impianti idrici di acqua potabile in paesi dove manca, un progetto per la città. “Ci siamo chiesti – spiega Paolo Ballestrazzi, tra i fondatori dell’organizzazione – come affrontare e sostenere questa uscita dalla pandemia che tante conseguenze ha lasciato sul piano psicologico, sociale e materiale nelle famiglie, negli adolescenti e nelle persone più fragili. Dopo una fase di ascolto è parso a tutti che la situazione più diffusa e sommersa da affrontare fosse la solitudine e l’isolamento generati da varie cause e non più limitati alla fascia degli anziani”. Come capita spesso un sogno fatto da solo rimane un sogno, ma se lo condividi è più probabile che diventi realtà così è avvenuto nell’incontro tra Ho Avuto Sete e la cooperativa sociale Il Mantello, una realtà da anni attiva nel territorio carpigiano con proposte di inserimento lavorativo, nell’accoglienza degli immigrati e in altri servizi di valenza sociale. “Anche per i nostri progetti e per le persone che seguiamo la pandemia ha lasciato conseguenze – afferma Andrea Maccari, presidente della cooperativa Il Mantello – specie sul piano delle relazioni. Così abbiamo pensato che è necessario ripartire dalle relazioni, avere nuove occasioni di convivialità, in poche parole gustare di nuovo lo stare insieme. Da qui l’idea di proporre un pranzo di comunità domenicale dove ritrovarsi come in famiglia e conoscere nuovi amici”. Ecco come nasce Tavola Amica, pensato innanzitutto come luogo di ritrovo per tutti, a prescindere dalla condizione economica e sociale, che si apre per condividere il pranzo della domenica. Condiviso il sogno, delineato
il progetto e identificata l’attività da svolgere è iniziata un’esperienza altrettanto impegnativa ma non priva di sorprese positive. “La fase di preparazione è durata a lungo – racconta Ballestrazzi – perché si voleva partire con una base solida, una rete di collaborazioni ben strutturata, coinvolgendo gruppi che condividevano lo spirito della proposta non limitandosi ad ‘offrire’ manodopera o materiali ma mettendo in gioco loro stessi nel partecipare al pranzo e nell’invitare le persone vicine alla comunità. C’è stato un semplice passaparola che ha generato una disponibilità che ci ha stupiti e ad oggi siamo riusciti a partire contando su una decina di gruppi che si alterneranno ogni domenica per preparare il pranzo e allietare la festa con qualche intrattenimento. Il volontariato non pare proprio in crisi a Carpi!”. Interessante anche la scelta di un unico luogo dove realizzare i pranzi di Tavola Amica, i locali del circolo B. Losi all’interno dell’ex macello nel centro della città. “C’è stato un confronto sul nostro progetto anche con l’Amministrazione comunale che lo ha condiviso e ci ha supportato nell’individuazione di una location adeguata e con tutti i requisiti per questo genere di attività. Abbiamo trovato – conferma Maccari – ampia disponibilità da parte dei responsabili del circolo B. Losi nel condividere gli spazi e la cucina dal sabato pomeriggio alla domenica dopo pranzo, così da lasciare libero per le iniziative del circolo. Vorrei aggiungere che la presenza di gruppi e di volontari che partecipano ai pranzi rappresenta una modalità di lavoro che aiuta a conoscersi e rafforza la rete di chi già opera sul territorio con tutto ciò che ne deriva in termini di possibili collaborazioni”.
Cos’è “Tavola Amica”
Il progetto Tavola Amica è il frutto di un percorso di preparazione avviato circa un anno fa, che ha visto come promotori l’Organizzazione di Volontariato Ho Avuto Sete e la cooperativa sociale Il Mantello con l’obiettivo di creare la più ampia condivisione e partecipazione di altri enti e istituzioni. Così piano piano il sogno è diventato realtà e ha ottenuto il patrocinio del Comune di Carpi e della Caritas diocesana insieme ad un primo sostegno economico della Fondazione Cassa Carpi e di altri donatori privati. Mentre il progetto prendeva forma si è via via allargata la base dei gruppi disponibili a sostenerlo tramite l’apporto dei volontari per la preparazione e l’animazione del pranzo o anche soltanto facendo da tramite con le persone da invitare conosciute dal centro di ascolto o dalla parrocchia. Ad oggi le realtà che hanno aderito sono: Porta Aperta Carpi, Bottega del Sole, Unitalsi, Masci Carpi 1 e 2, le parrocchie del territorio carpigiano San Giuseppe, Budrione, Quartirolo, Santa Croce, Corpus Domini, San Nicolò, Cattedrale, San Francesco, San Bernardino e Limidi.…e
c’è ancora tempo per unirsi. Senza dimenticare la sinergia con il circolo B. Losi che ha in gestione gli spazi nell’ex macello dove viene accolta l’iniziativa del pranzo domenicale.
Per informazioni: Tavola Amica – 339 8175495 tavolamica.carpi@gmail.com