Ammonta ora a 600mila euro il contributo assegnato alla Diocesi di Carpi da parte della Caritas Italiana per interventi straordinari e di carattere urgente post terremoto. Ne ha dato comunicazione il direttore della Caritas don Francesco Soddu lo scorso 25 giugno, specificando che queste somme sono destinate al potenziamento dei servizi alla popolazione quali centri di ascolto, di incontro, di socializzazione e animazione della comunità, nonché per interventi a carattere comunitario come ad esempio strutture polifunzionali per creare spazi di aggregazione. A tale proposito, alla luce delle esperienze maturate nel recente sisma a L’Aquila, vengono proposte strutture socio pastorali denominati ‘Centri di comunità’ da realizzare in alcune delle comunità colpite dal terremoto. Gli uffici diocesani sono già all’opera per individuare, insieme a Caritas italiana, quelle situazioni, tra le parrocchie colpite, che meglio rispondono ai requisiti richiesti per installare questo tipo di edifici.
In occasione della visita del Santo Padre Benedetto XVI nelle zone colpite dal sisma nelle quali sono coinvolte sette comunità diocesane, distribuite tra Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, la Conferenza Episcopale Italiana intende esprimere al Successore di Pietro gratitudine e vicinanza.
Fino ad oggi la Chiesa Italiana ha messo a disposizione, per questa emergenza, tre milioni di euro provenienti dai fondi dell’otto per mille, ai quali si stanno aggiungendo i frutti della Colletta nazionale indetta per lo scorso 10 giugno e i proventi delle varie iniziative ispirate in tutto il Paese dalla fantasia della carità.
Caritas Italiana, che fin dai primi momenti ha attivato in Emilia un centro di coordinamento per consentire interventi adeguati e rispondenti ai bisogni, sta provvedendo alla effettiva distribuzione dei fondi raccolti, che sono stati già messi a disposizione delle comunità colpite per una somma che proprio oggi, grazie ad un secondo trasferimento operato da Caritas Italiana, ha raggiunto i tre milioni di euro.
Tanto questi primi interventi quanto le modalità dei prossimi, sono stati e verranno concordati con le diocesi colpite. Fino ad ora sono stati privilegiati l’aiuto nei Centri di accoglienza (tendopoli, scuole, palestre) in risposta ai bisogni primari (generi alimentari, vestiario, letti, coperte, problemi igienico-sanitari), la cura di anziani, ammalati, disabili e minori, come pure la ricostruzione del tessuto comunitario delle parrocchie, il potenziamento dei servizi di ascolto e la realizzazione di strutture per spazi di aggregazione.