Sui passi dello Spirito

Alla Veglia di Pentecoste Focherini raccontato dalle aggregazioni laicali della Diocesi

Odoardo Focherini è stato ricordato anche sabato 18 maggio, presso l’aula liturgica della parrocchia Sant’Agata a Carpi, alla Veglia di Pentecoste preparata da associazioni e movimenti ecclesiali della Diocesi.
Se il luogo ispirava forse minor solennità rispetto alla maestosità della Cattedrale, ove era tradizione proporre in passato questa celebrazione, lo stringersi dei fedeli intorno al Vescovo, in un bel clima di partecipazione e raccoglimento, ha maggiormente contribuito a creare quell’effetto “cenacolo”, fatto di intima presenza del Signore tra i suoi discepoli, degno preludio al dono dello Spirito Santo.
“Una tappa ulteriore verso il grande giorno della beatificazione di Odoardo Focherini”, fissata per il 15 giugno, così ha introdotto la Veglia monsignor Francesco Cavina, che ha ricordato come lo Spirito Santo è Spirito di Santità, perché consente a chi lo riceve di assimilare il Vangelo in tutta la sua profondità.
Se nella Via Crucis diocesana celebrata nel tempo quaresimale, pure dedicata ad Odoardo Focherini, si era meditato e approfondito il senso del sacrificio di Odoardo, delle sofferenze sue e dei propri cari, la Veglia di Pentecoste è stata l’occasione per comprendere ove risieda la sorgente della santità nella vita di Odoardo.
“Per Odoardo e per tutti noi – ha detto il Vescovo – non esiste altra strada per realizzare il nostro destino di santità, se non quella della docilità allo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è per noi tutto ciò che Cristo è stato per i discepoli: difensore, consigliere, protettore, sostegno. E’ lo Spirito che ci dona la luce per realizzare tutto ciò che Dio si attende da noi; è lo Spirito che ci spinge ad operare la carità, che purifica le nostre intenzioni e le nostre scelte”. La docilità all’azione dello Spirito Santo è dunque la caratteristica più evidente nell’esperienza religiosa del futuro beato carpigiano.
“Odoardo era uno di noi, uno come noi – ha concluso mons. Cavina – che è diventato grande agli occhi di Dio e del mondo perché ha cercato l’appoggio per la propria debolezza nel dono del Signore, nello Spirito Santo. Senza questo dono, non esisterebbe vita cristiana, non esisterebbe santità”.
Venerdì 14 giugno il cammino diocesano verso la Beatificazione culminerà con una solenne veglia, a Mirandola, animata dalle associazioni laicali e dai movimenti ecclesiali. Domenica 16 giugno infine una Santa Messa di ringraziamento.