In festa per i 90 anni di don Franco Tonini, di cui 43 al servizio del paese: “ ho trovato tanta gente buona che mi ha aiutato”
di Euro Barelli
Domenica 6 luglio la parrocchia di Concordia, in unità pastorale con le parrocchie di San Giovanni e di Santa Caterina, ha festeggiato il 90° compleanno e il 65° di ordinazione di don Franco Tonini. Alle 18.30, la Messa è stata da lui presieduta e concelebrata da don Andrea Kielbasa, parroco attuale, don Riccardo Paltrinieri e don Alberto Papotti, originario di Concordia, in servizio a Roma. A seguire la cena a cui hanno partecipato numerosi parrocchiani e vari sacerdoti della Diocesi di Carpi, fra cui il vicario generale, monsignor Gildo Manicardi. “La parola di Dio nei Salmi ci dice che il dono di una lunga vita, è un dono molto bello perché ‘nella vecchiaia daranno ancora frutti’ – ha detto don Kielbasa -. Perciò: se il Signore Gesù è il vivente ieri, oggi e sempre, anche chi lo segue e lo annuncia, come don Franco ha fatto e continuerà a fare con tutta la sua vita, pure a 90 anni rimane sempre giovane nello spirito. Don Franco hai una lunga vita, dentro la quale hai ricevuto il dono del sacerdozio per il quale oggi ringraziamo il Signore insieme con te”. Di seguito l’intervista a don Tonini.
Don Franco, con che sentimenti vive questo compleanno?
Con tanta, tanta riconoscenza a Dio e agli uomini che ho incontrato in questa lunga vita che il Signore mi ha donato. Ho incontrato tanti ragazzi, sia a scuola, dove ho insegnato religione per 25 anni alle medie e al Cattaneo, e nelle parrocchie dove ho prestato il mio ministero. Ho avuto modo di conoscere anche tanti adulti, i malati, tante persone che mi hanno accompagnato nel cammimomento no pastorale e di fede. A Concordia sono al servizio della Parrocchia dal 1982 e quindi per 43 anni.
Quali sono i ricordi più belli di questi anni?
Ricordo con tanto affetto i ragazzi che mi hanno sempre circondato: i chierichetti, le coraline, i ragazzi del catechismo, del centro estivo, gli educatori, i campi in montagna. Ho voluto loro tanto bene, pregando perché crescessero in salute e in grazia di Dio. Ho conosciuto le loro famiglie e fatto quello che ho potuto per essere segno dell’amore di Dio. A Concordia ho trovato tanta fede e tanta carità, tanta gente
buona che mi ha aiutato nel ministero. Ringrazio tanto i miei predecessori, don Michelini e don Tassi che hanno lasciato un’impronta religiosa così importante nella gente e di cui io ho goduto negli anni. Il mio timore più grande è che questo senso comune di bontà e vicinanza, che è tipico del cristianesimo della nostra gente, vada affi evolendosi. Anche nel tragico del terremoto, ho sentito il Signore vicino e tante persone che si sono strette alla comunità e ci hanno aiutato. Indimenticabile l’aiuto ricevuto per costruire una chiesa vera e propria e il centro parrocchiale nuovo, che ci consente tutt’ora di continuare l’attività pastorale.
Cosa direbbe ad un giovane che sente di essere chiamato da una vocazione religiosa?
Gli direi: “Non avere paura a dire ‘Eccomi’ al Signore. Seguilo, seguilo subito!”. Il Signore non delude mai, anzi assicura il centuplo e io posso esserne testimone. Per grazia di Dio ho vissuto la mia vocazione con gioia e senza ripensamenti o rimorsi. Se tornassi indietro, rifarei le stesse scelte, cercando solo di fare di più e meglio.
La gioia più grande della mia vita è condividere la fede nel Signore: sono grato a Dio di avere ancora quel po’ di salute che mi consente di vivere e servire in parrocchia: la messa quotidiana delle 9.00, le confessioni, il servizio a funerali e messedomenicali. Preparo volentieri le omelie che servono innanzi tutto a me, per crescere nella conoscenza del Signore e della sua parola. Nonostante l’età ed anzi proprio per l’età, faccio tutto con gioia e riconoscenza.