A un anno dalla presentazione del progetto di finanza sociale Fides et Labor, il Vescovo monsignor Francesco Cavina traccia un bilancio dell’attività svolta e indica le linee future. “E’ passato un anno e da quell’8 dicembre 2013 i membri del consiglio etico di Fides et Labor assieme ad alcuni volontari hanno lavorato tanto e bene. Li ringrazio uno ad uno con l’affetto e la riconoscenza di un Padre. Poi ci sono loro, i protagonisti di questo nostro progetto di finanza sociale: Fides et Labor ha sostenuto 33 progetti che adesso sono piccole imprese che stanno sul mercato. I tempi sono quelli che sono, ma oggi possiamo dire che 33 realtà imprenditoriali sono nate o hanno potuto espandersi con i finanziamenti di questo progetto. Lo ripeto ogni volta che mi si chiede di parlare di Fides et Labor perché, per me, è un caro ricordo. Costituire un fondo per le emergenze è stato uno dei miei primi desideri subito dopo il mio ingresso in Diocesi. Un paio di mesi dopo c’è stato il terremoto che ha portato sulle nostre terre Papa Benedetto XVI che, a seguito della visita pastorale del 26 giugno 2012, ha donato 100 mila euro. Quel denaro è stato il primo mattone di Fides et Labor. Il sostegno, che arriva sino a 15 mila euro, è rivolto ad attività svolte prevalentemente nel territorio della Diocesi di Carpi e che, a causa della crisi, risultano escluse dal sistema del credito bancario per mancanza di garanzia, situazioni di precarietà o altro.
I pilastri di Fides et Labor sono carità e amore e desidero sottolineare che il progetto l’ho voluto legare a due ‘persone’ speciali, la Madonna e san Giuseppe. Ed è proprio dedicata a Maria la scelta che il mandato dei consiglieri, annuale, inizi l’8 dicembre, festa dell’Immacolata. San Giuseppe è stato indicato come il protettore di Fides et Labor e la sua è una presenza concreta: nell’ufficio messo a disposizione da Lapam una tavola lignea raffigurante san Giuseppe Artigiano, opera di Sergio Sforzi, primo segretario dell’associazione, è appesa a una parete.
Sono consapevole che il nostro progetto non è che una goccia nel mare dei tanti bisogni, ma ho la certezza che sono le piccole cose a creare i grandi cambiamenti. Noi non abbiamo voluto fare solo un progetto di microcredito, abbiamo voluto un progetto capace di dare sicurezza e fiducia a chi, dopo svariate porte chiuse in faccia, avrebbe potuto smarrirle e abbiamo fatto sì che i talenti non venissero sprecati ma potessero fiorire. Il Signore ci ha chiesto di rispondere ai doni del proprio talento, noi ci proviamo. E’ questa la mia più grande gioia ed è con questo spirito che dico il mio Grazie a chi ci sta aiutando e a chi vorrà aiutarci in futuro. Perché, sia chiaro, Fides et Labor è destinato a lunga vita”.